giovedì 24 gennaio 2008

Mazzucco, il voto e le persone serie.

Nel nostro ordinamento giuridico, il voto è un diritto-dovere di ogni cittadino.

Massimo Mazzucco, regista e produttore italiano fra i più prolifici e famosi nella realizzazione di film di stampo cospirazionista, come Inganno Globale, e redattore del sito Luogocomune, però, non la pensa esattamente così.

Anzi, nell'azzardare la possibilità di non-scelta, del non-voto, non ha dubbi:

"Non votare diventa invece, a questo punto, un obbligo morale."

Questa è l'essenza del suo articolo intitolato "Una questione di responsabilità".

Quanto sia responsabile il non andare a votare, lo lasciamo decidere ai lettori.

Non votare infatti, significa semplicemente accettare la volontà di tutti quelli che a votare ci vanno, passivamente.

Mazzucco però lancia il sasso ma nasconde la mano, con questa nota in calce all'articolo:

"Chiarisco che io per “non votare” non intendo “stare a casa”, ma intendo non dare il proprio voto a chi non riteniamo ne sia degno."

Beh, non dare il proprio voto a uno che si ritiene indegno del proprio voto, effettivamente è una cosa scontata.
Non ci voleva certo la grande filosofia di Mazzucco per esprimere un concetto così banale.

Ma Mazzucco voleva davvero dire questo?

Assolutamente no.

Infatti la nota rimanda a un commento, più sotto, in cui lo stesso Mazzucco spiega:

"Chiedo a tutti di ignorare la mia nota finale, che ho dovuto aggiungere solo per difendermi da eventuali “distorsioni” di quanto scrivo..."

E questa è davvero una Perla con la P maiuscola!
Il sig. Mazzucco, insomma, dice: "Non andate a votare". Poi però, "per non essere frainteso", annota: "Guardate, io intendo dire: non votate chi non merita il vostro voto". Poi però, avvisa: "Non tenete conto della nota".
E quindi metti qua, togli là, alla fine il succo resta: "Non andate a votare"!
Altro che fraintendimenti, sig. Mazzucco!!!

Insomma, un minimo di coerenza, di dignità, di coraggio almeno nel dire ciò che si pensa... no eh?

Nello stesso articolo, tra i commenti, Mazzucco ("Redazione") ci regala un'altra Perla.
Ma questa volta, è una perlaccia.

A un certo punto, infatti, scrive (il grassetto è nostro):

"[...] paragonare Prodi a Obama (anche soltanto a livello di “aspettative”) è un pò come paragonare Ciccio Ingrassia a Jerry Lewis: il secondo è una persona seria, il primo no."

Eh no, signor Mazzucco.

Cos'hai contro Ciccio Ingrassia?
Che cosa ha mai fatto di male Ciccio Ingrassia?

Ciccio Ingrassia, al secolo Francesco Ingrassia, era nato nel lontano 1923 in un paesotto vicino Palermo.
Fu il quarto di cinque figli, a malapena riuscì a completare le scuole elementari e poi dovette fare il calzolaio per portare il pane a casa, fino all'età di 22 anni.
Il padre era un muratore, la mamma una casalinga.

Umilmente riuscì ad avvicinarsi al mondo del teatro e del cinema, senza alcuna raccomandazione: fu scelto come claquer (persone tra il pubblico che innescano l'applauso) per via della sua altezza.
Ed è diventato famoso grazie all'accoppiata comica con Franco Franchi, che diede il via al mito di "Ciccio e Franco". Due comici che hanno fatto ridere, nella maniera semplice e banale con cui si rideva una volta, milioni di italiani, piccoli e grandi.
Oltre ai film comici, ha interpretato ruoli anche in film di ben altro spessore, come "Amarcord" di Fellini e il "Giudizio Universale" di De Sica.
Ha fatto teatro, è stato regista.

Niente male, per uno partito con una licenza da 5^ elementare, senza soldi, da una terra difficile come la Sicilia degli anni '40.

E il sig. Mazzucco, proprio lui che crede nelle scie chimiche, nei mega-complotti dell'11 settembre e nei finti sbarchi lunari, si permette di dire che un uomo come Ciccio Ingrassia non era una persona seria?

Noi, tra Mazzucco e Ciccio, non esiteremmo un attimo a scegliere.


Dedicato a "Ciccio e Franco".