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giovedì 3 febbraio 2011

Le riflessioni di Paolo Pistis sulla moria di uccelli

Le cronache di qualche settimana fa hanno parlato a lungo - e con toni comprensibilmente allarmati - della moria di migliaia di uccelli in Arkansas.

Mentre gli scienziati cercano di scoprire le cause del fenomeno, non manca chi parla di presagio dell'ormai vicina fine del mondo (il 2012 è alle porte...) e di segnali divini o misteriosi messaggi da parte di extraterrestri.

C'è anche chi si spinge a profonde e inquietanti riflessioni, come Paolo Pistis.

Leggiamo assieme alcuni dei passaggi che ha scritto su Disinformazione.it.

"Gli uccelli sono degli esseri che immagazzinano calore, questo calore è accumulato nel sangue e nelle loro ossa cave, uno dei loro compiti nascosti degli uccelli è di distribuire il calore nell'aria, a più livelli, secondo una particolare saggezza, saggezza purtroppo nascosta all'occhio indurito dell'essere umano. Certo si potrebbe pensare che il calore si distribuisce da sé anche senza gli uccelli, infatti dove non vi sono uccelli è più alto il numero degli insetti che a loro volta svolgono anche il compito di distribuire forze di luce, e dove non vi sono nemmeno gli insetti c'è il deserto o il gelo. In realtà ogni uccello ha il compito di “spalmare il calore” a più livelli. Qualcuno potrebbe pensare che il calore qui inteso sia la temperatura fisica, non si tratta di questo ma della qualità intrinseca del calore vivente della Natura. Infatti la terra, come pianeta vivo, ha un suo calore vivente che costantemente lo distribuisce saggiamente nelle diverse aree del pianeta, anche attraverso gli uccelli migratori."

Accidenti, chi l'avrebbe mai detto?
Quindi gli uccelli servono (anche) a ridistribuire il calore della Terra. Pensate un po'... voi che d'inverno spendete tutti quei soldi di riscaldamento... vi basterebbe tenere in casa un paio di pappagalli per fare a meno di stufette e termosifoni!
Abbiamo però qualche dubbio sul fatto che la Terra distribuisca "saggiamente" il calore: provate a dirlo a un eschimese o a uno che abita dalle parti del Sahara...

"Tuttavia la Natura si cura da sé... infatti dove muore un uccello, vengono liberate forze di auto–guarigione, il corpo dell'animale al suolo libera sostanze e forze benefiche, e “spiritualizza” il suolo proprio dove il corpo si decompone, nel senso che lascia particelle “omeopatiche” finissime tali da “mettere ordine”partendo dal suolo. Anche qui gli uccelli vanno sepolti in profondità nella terra, nel territorio dove sono morti, e non raccolti in sacchi e poi bruciati perché “infetti”... si creerebbero ulteriori ceneri e particelle dannose alla vita e all'anima di gruppo degli uccelli, peggiorando notevolmente la situazione. Solo una conoscenza che tiene conto degli aspetti fisici e di quelli soprasensibili può aiutare a migliorare il futuro umano - agricolo."

Ecco qua. Perché andate dal medico quando state male? A che serve zappare la terra?
Basta prendere un uccello e seppellirlo in profondità (però aspettate almeno che sia morto, che diamine) nel terreno, e si innescheranno fenomeni di autoguarigione e di fertilizzazione agricola.
Infatti:

"Gli uccelli trasformano attraverso la digestione molte sostanze. In un certo senso non solo mangiano ma anche attraverso la respirazione mangiano particelle dannose nell'aria; fanno una pre – digestione nella catena alimentare. Pre-digeriscono sostanze nell'aria che per l'uomo sono indigeribili e velenose, le digeriscono e le rilasciano al suolo come concime."

Insomma, gli uccelli combattono anche l'inquinamento.
Sono animali davvero straordinari: riscaldano l'ambiente, puliscono l'aria, concimano il terreno, guariscono dalle malattie... se ci sapete fare vi portano perfino un Margarita mentre prendete il sole in spiaggia.

Cosa aspettate a cacciare via a calci il vostro fidato pastore tedesco che non sa far altro che mangiare, abbaiare e piazzare escrementi a destra e a manca?

Del resto, Paolo Pistis è uno che se ne intende di rapporti con la natura.

Su BIOfund ha scritto addirittura uno "Studio sulla rigenerazione delle sementi".
Vedete, voi non avete capito niente della vita.
Passate il tempo a sbattervi per studiare, lavorare, portare il pane a casa... e così facendo perdete di vista gli aspetti importanti della vita.
Meno male che c'è gente come Pistis che ha tanto tempo da dedicare a riflettere sull'uccello e sul seme (cosa avete da ridere? parliamo di volatili e sementi, che avete capito?).

Ma vediamo cosa scriveva su BIOfund:

"Alcuni dei semi rinvenuti nella tomba di Tutankamen erano ancora in grado di germinare dopo più di 2000 anni, il nostro frumento non germina più dopo 3 – 4 anni."

E che ne sappiamo? Qualcuno ha provato a tenere un sacco di frumento chiuso in una tomba per 2000 anni e poi a piantare tutti i semi per verificare se ce n'è qualcuno in grado di germinare?
Comunque, forse i nostri semi campano meno di quelli egiziani, ma di sicuro i nostri governanti campano molto più a lungo.
Tutankamon morì nel 1323 a.C. quando aveva circa 18 anni!
A parte il fatto che da allora sono passati oltre 3300 anni e non 2000, secondo noi se al posto di quel frumento gli avessero fatto mangiare ogni tanto una bella pizza e un po' di parmigiana dei tempi nostri, avrebbe vissuto felice e contento ancora a lungo!

"Si può coltivare frutta dall’aspetto bellissimo, sia nei campi sia nel frutteto, ma l’uomo ne avrà forse soltanto un mero riempimento dello stomaco, non avrà frutta che favorisca organicamente la sua esistenza interiore”.
Questo significa che uno dei motivi principali nel coltivare gli ortaggi, i cereali di cui ci nutriamo è che in essi vi siano le sostanze – o i complessi di forze – in grado di sostenere i processi della coscienza umana.
Non intendo affermare certo che mangiare biodinamico renda più intelligenti, bensì che qualunque sostanza ingeriamo ha un effetto sulla coscienza, basti pensare all’effetto eccitante dei bevande quali il tè o il caffè; del resto, se così non fosse, se non fossimo convinti di questo, che necessità vi sarebbe di coltivare? Sarebbe sufficiente raccogliere i vegetali che crescono spontanei, in quantità sufficiente a coprire il nostro fabbisogno di vitamine e proteine, e nutrirci di quelli."

Allora, Pistis, vediamo se riusciamo a farti capire il motivo per cui c'è necessità di coltivare.
E' molto semplice: SEI MILIARDI DI PERSONE NON CAMPANO RACCOGLIENDO LE ZUCCHINE CHE CRESCONO SPONTANEE!
Forse a te sta bene che nove decimi della popolazione mondiale facciano la fine di Tutankamon, ma a un sacco di gente non va affatto bene morire di fame, per cui si attrezza e coltiva la terra, alleva gli animali, eccetera.

Questo è il motivo per cui coltiviamo la terra, non certo per "sostenere i processi della coscienza umana".
E' la fame che spinge a procurarsi il cibo, non la coscienza!

Ti è chiaro il concetto, Pistis?

Buon appetito...

P.S.: gli scienziati hanno scoperto che la moria di uccelli in Arkansas è stata provocata dall'esplosione di fuochi d'artificio...

Ringraziamo M.J. per la segnalazione.