Ricorderete senz'altro “Zero”, il film che prometteva di “rompere il muro del silenzio” sull'11 settembre.
In effetti il film rompeva qualcosa: era l'ennesima rottura di balle che si aggiungeva a decine e decine di altri prodotti del tutto analoghi in tutto il mondo.
Altro che “muro del silenzio”.
Tutti questi film avevano una cosa in comune: raccontavano un mucchio di corbellerie nel tentativo di spillar quattrini ai gonzi.
Zero non faceva eccezione, anzi adottava un sistema particolarmente sofisticato per battere cassa, quello dell' “azionariato popolare”.
Vediamo come funzionava.
A dire dei produttori, il film era costato ben 500.000 euro.
In tutta onestà si tratta di uno dei film più penosi e noiosi realizzati nella storia del cinema, in cui i momenti più emozionanti sono quello in cui Dario Fo finge di essere un Boeing (una certa somiglianza in effetti c'è) e quello in cui la pellicola propone un cartone animato autorealizzato per dimostrare che il Pentagono era difeso da batterie missilistiche che spuntavano da sotto i prati come funghi.
In che modo abbiano potuto spendere 500.000 euro per realizzare una simile boiata è un mistero irrisolto ma sta di fatto che i realizzatori (Chiesa in testa) invitarono i propri fan a finanziare il film (l'obiettivo iniziale era quello di trovare 1000 finanziatori che sganciassero 500 euro ciascuno) diventando produttori e partecipando ai relativi incassi.
Per rendere la cosa più appetibile sostenevano che il film sarebbe stato proiettato in tutte le principali sale cinematografiche e prospettavano incassi da record.
Fu un fallimento.
Solo 440 gonzi abboccarono all'esca (e di questi solo 361 in qualità di produttori) con quote che partivano da appena 100 euro.
Il film fu presentato nel 2007 ma non approdò mai nel circuito delle sale cinematografiche e diventò ben presto un triste mattone proiettato nei centri sociali e nei circoli dopolavoro, per cui gli incassi non hanno mai coperto le spese e i produttori non hanno recuperato nemmeno il denaro investito.
Ben gli sta.
Poi Chiesa ci ha riprovato con Pandora.
Correva l'anno 2008 quando il buon Giulietto presentò la sua “televisione ad azionariato popolare”: PANDORA TV . Ancora una volta chiedeva ai gonzi di aprire il portafogli per finanziare il progetto il cui costo era valutato... indovinate... 500.000 euro!
Qualunque cosa faccia, Chiesa ha bisogno di mezzo milione di euro, a quanto pare!
Anche Pandora, però, fu un fallimento .
Il povero Chiesa non ha ancora capito che gran parte dei complottisti (specialmente quelli italiani) sono rivoluzionari da salotto.
Sono sempre al primo posto quando, seduti dietro al PC con i piedi nelle pantofole, c'è da sbraitare contro l'imperialismo americano e il Nuovo Ordine Mondiale... ma mai e poi mai rinuncerebbero alla Play Station e alle Nike...
E così adesso Chiesa ci riprova con Alternativa, un progetto per una alternativa a... non si capisce bene cosa.
Ha cominciato chiedendo 100 aderenti... dice che ne sono arrivati 200... ma non bastano nemmeno quelli e ora punta a 500...
Visto che la quota di tesseramento è di 25 euro... scommettiamo che cercherà di arrivare a 20.000 tessere (pari a 500.000 euro)?
Ma vediamo alcuni passaggi della lettera con cui Chiesa tenta di convincere i polli a tesserarsi:
Cari amici, il primo obiettivo che ci eravamo dati, con la mia lettera-manifesto dello scorso gennaio, è stato ampiamente superato. Gli aderenti ad Alternativa sono già più di 200.
Più di 200... e se ne compiace. E pensare che per Zero era arrivato a 440...
... Ma senza una adeguata struttura organizzativa, non si può fare molto. Il lavoro volontario è indispensabile, ma richiede una disciplina ferrea, altrimenti diventa casualità e approssimazione.
E che diamine... disciplina ferrea? Per il volontariato?
Immaginiamo Chiesa con stivaloni e frustino... ma orsù, basta un po' di coordinamento.
E' un'associazione volontaria, mica le SS !
... Dunque occorre una squadra. E questa squadra deve essere composta di volontari. Per la semplice e banale ragione che non dispongo di finanziatori, di sponsor occulti o palesi. Non ho avuto e non ho alcun finanziamento pubblico, né privato.
Scusa Chiesa... forse ne non hai adesso, ma per Zero e per Pandora qualche centinaio di gonzi che ti hanno finanziato li avevi pur trovati.
Abbi un po' di rispetto almeno per loro!
... Tentiamo di costruire un collettivo (come si diceva un tempo) che sia composto di persone che sanno anche ascoltare e non solo parlare. So che sono poche, ma secondo la mia esperienza sono le migliori.
Ecco perché i tuoi progetti falliscono, caro Giulietto.
Che poi è anche il motivo per cui le cose in Italia vanno male. Persone che sanno ascoltare... persone che sanno parlare... Per portare avanti un progetto servono innanzitutto persone che sappiano FARE!
Di gente che sa solo parlare e ascoltare ce n'è già troppa, è quando si tratta di lavorare che spariscono tutti!
E poi cos'è questa storia del “collettivo”...? Possibile che ancora pensi ai vecchi tempi del Partito Comunista e della gloriosa URSS?
... Alternativa non è un movimento comunista e nemmeno di sinistra.
Ah no? Ma se parli di “disciplina ferrea”, di “collettivo”... e soprattutto, hai forse bisogno di occhiali nuovi o fai finta di non vedere che nel simbolo della tua Alternativa c'è una bella stella rossa? Collettivo e stella rossa hanno una sola interpretazione, come il logo qui a fianco tratto da un sito di estrema sinistra. A chi credi di darla da bere?
... Noi siamo proprietari del Bene Comune che non vogliono essere depredati. Primo bene pubblico da riconquistare: l’informazione la comunicazione.
Guarda Chiesa, per prima cosa è bene che riconquisti l'italiano (la lingua italiana, intendiamo) o l'indirizzo di un buon oculista. Tra informazione e comunicazione, lì, ci va una virgola, un punto e virgola, meglio ancora una congiunzione.
E “primo bene pubblico” va messo al plurale, visto che poi i beni sono due: informazione e comunicazione.
... Sappiate che non potrò fare niente senza di voi.
Lo sappiamo, lo sappiamo.
Apposta noi di Perle ti seguiremo sempre, puoi star tranquillo...