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giovedì 28 aprile 2011

Marco Cedolin scopre il trucco inquinatore

Tra i più assidui frequentatori di Luogocomune (almeno a livello di articoli postati nella sezione Notizie del sito), c'è sicuramente Marco Cedolin, attivista impegnato in varie campagne "No" e "Anti".

Qualche volta vorremmo vedere qualcuno di questi attivisti "contro tutto" rimboccarsi le maniche e darsi da fare per proporre qualcosa di concreto, anziché limitarsi a criticare tutto quello che fanno gli altri (e in particolare occidentali, americani, israeliani e "imperialisti" in genere).

Invece no, sono sempre in prima fila quando c'è da criticare e spariscono come neve al sole quando c'è da fare.

E per "fare" non intendiamo manifestazioni, volantinaggi e raccolte di firme, ma progetti, proposte di legge, piani operativi, analisi economiche di fattibilità... insomma tutto quello che fanno coloro che governano e gestiscono le nostre società cercando di far coincidere centinaia di interessi contrapposti e di assicurare lo sviluppo e - soprattutto - la qualità di vita che tutti reclamano e alla quale nessuno è disposto a rinunciare (nemmeno quelli che gridano la rivoluzione proletaria...).

Verissimo che a volte si commettono errori, anche gravi.
Ma come recita un detto popolare, "chi lavora sbaglia".

Certo che a non lavorare e a criticare chi lavora, non si corre il rischio di sbagliare e si è sempre molto "alla moda"...

Se però le critiche fossero almeno ben articolate e argomentate, potrebbero anche risultare utili in qualche modo.

E invece no, spesso si scrivono grossi strafalcioni e Cedolin ne ha sfornati un sacco nel corso di questi anni, anche se - per una ragione o per l'altra - lo abbiamo trascurato.

Cerchiamo di rimediare con questa Perla, tratta da un articolo pubblicato su Luogocomune, quella gabbia di matti che ospita complottisti di ogni genere ed è gestita dal Massimo Mazzucco, altro campione del genere:



Il caos organizzato che ci aiuta a non pensare
di Marco Cedolin

Avete presente il trucco usato dai gestori d’inceneritori, acciaierie, cementifici ed impianti sui generis, per aggirare i limiti di legge concernenti le emissioni inquinanti? Costruiscono camini più alti e più grandi, per aumentare la quantità di aria presente nei fumi, facendo si che le sostanze nocive pur rimanendo inalterate nella quantità e pericolosità si distribuiscano su un’area più vasta e risultino percentualmente più diluite, rientrando così nei limiti come per incanto, nonostante continuino ad ammazzare la gente come e più di prima.

Qualcosa di molto simile accade anche nell'informazione generalista (che è poi l’unica ad incidere realmente sull’opinione pubblica) dove le emissioni inquinanti sono costituite dalle notizie che dovrebbero preoccuparci ed i camini più alti somigliano da vicino al marasma di spazzatura mediatica all’interno del quale esse affogano dopo una breve agonia.
(...)

Nell'articolo Cedolin fa la scoperta del secolo: i media si gettano a tuffo sulle notizie quando sono calde, per poi abbandonarle e farle cadere nel dimenticatoio.

Non per disilludere Cedolin, ma la stampa e la televisione funzionano in questo modo da sempre.
Così non fosse, ci ritroveremmo ancora oggi Vespa e Santoro a discutere dello sbarco in Normandia e dell'uccisione di Giulio Cesare...

Del resto, non è che le notizie si accodino staccando il bigliettino con il numeretto, per attendere pazientemente che i giornalisti finiscano di sviscerare a fondo - ma proprio a fondo - le notizie precedenti.

I fatti capitano tutti i giorni: disastri, guerre, crisi, problemi economici, cronaca nera, aumenti dei prezzi, scoperte, nascita, morte... ogni notizia ha una sua finestra di attenzione la cui grandezza è proporzionata all'importanza del fatto e al sopraggiungere di altre notizie.

Cedolin ancora non l'ha capito o semplicemente si rifiuta di accettarlo, ma è un problema suo.
Il mondo va avanti a prescindere dalle idee di Cedolin.

La cosa veramente curiosa, però, la Perla dell'articolo, sta nella prima affermazione (grassetti nostri):

Avete presente il trucco usato dai gestori d’inceneritori, acciaierie, cementifici ed impianti sui generis, per aggirare i limiti di legge concernenti le emissioni inquinanti? Costruiscono camini più alti e più grandi, per aumentare la quantità di aria presente nei fumi, facendo si che le sostanze nocive pur rimanendo inalterate nella quantità e pericolosità si distribuiscano su un’area più vasta e risultino percentualmente più diluite, rientrando così nei limiti come per incanto, nonostante continuino ad ammazzare la gente come e più di prima.

Pensate un po' quanto sono fessi quelli dei controlli ambientali.
Mica si sono accorti che industrie e inceneritori hanno ingrandito i camini per diluire i loro veleni e gabbare le analisi!
Marco Cedolin se n'è accorto, tutta la gente se n'è accorta, però gli ispettori non l'Inserisci linkhanno proprio capito!
Vi pare possibile?

Certo che no.
Infatti una breve ricerca ci fornisce un bel po' di documentazione (come questa o questa o questa) dalla quale risulta che Cedolin ha scritto una grossa fandonia.

A sentir lui, la rilevazione delle emissioni avverrebbe sulla base delle percentuali di sostanze nocive contenute nell'aria e nei fumi dispersi dalle aziende, quindi per gabbare il sistema basta costruire ciminiere ("camini") più lunghi e grandi.

La verità è ben diversa.
Infatti la rilevazione prende in considerazione i valori assoluti delle sostanze emesse.
Cedolin non solo ignora questo, ma ignora anche che la normativa tiene conto della concentrazione / diluizione / dispersione delle sostanze inquinanti e fissa con precisione regole e criteri di controllo.

In definitiva, i camini - anche quelli più grandi - sono costruiti e dimensionati nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni imposte dalle necessità tecniche e dalla legge, non certo per aggirare le norme!
Esattamente il contrario di quello che va cianciando Cedolin.

Si può fare il cavaliere ambientalista senza conoscere informazioni così elementari?
Certo che sì, difatti Cedolin ci riesce perfettamente...