E oggi facciamo nostro quel saluto per esorcizzare i terribili scenari apocalittici che i cospirazionisti continuano a immaginare e a presentarci, compreso l'intramontabile Giulietto Chiesa.
Dovete sapere, infatti, che qualche mese fa l'ineguagliabile Baffone, uno dei più fedeli e sfegatati protagonisti delle nostre Perle, ha orgogliosamente annunciato l'uscita della sua ultima grande fatica: Invece della catastrofe.
Già un titolo come questo promette il peggio e infatti nella presentazione dell'editore Piemme (screenshot) troviamo tutti i classici ingredienti della migliore tradizione complottista, destinati ad attrarre inesorabilmente il solito gregge di beoti pronti a bere qualsiasi cosa abbia un sapore "alternativo":
- l'oscuro futuro senza speranza;
- l'omertoso silenzio colpevole di un manipolo di individui "che sanno" ma non parlano;
- la terribile crisi che investe ogni cosa, dall'economia al clima passando per l'acqua;
- l'inevitabile catastrofe.
Questo lugubre scenario paventato da Chiesa potrebbe essere scongiurato, sempre a suo dire, se corressimo immediatamente alle armi: bisogna combattere, poiché "non ci resta che lottare".
Insomma, è il classico libro complottista, che induce da subito a cercare una corda per impiccarsi, tanta è la disperazione che sembra infondere, e per averne la riprova è sufficiente sfogliare le prime pagine, che Chiesa introduce con la formula di "Avviso ai lettori":
Non fatevi prendere dall’angoscia.
Oddio, con un libro che evoca le peggiori calamità e il più terribile futuro immaginabile, cos'altro potrebbe capitare al lettore, se non un assalto di angoscia? Una paralisi? Un infarto? Un colpo apoplettico? Una depressione suicida?
Questo libro la suscita. Intende suscitarla. È stato scritto per questo: ritengo infatti che sia il tempo di gettare l’allarme, anzi di gridarlo con tutta la forza di cui si dispone. Siamo già in grave ritardo. Siamo già in una situazione di guerra, o alla preparazione di atti criminali di grande portata, che equivalgono a guerre anche se non avranno lo stesso aspetto delle guerre che conosciamo.
Ahhh ma allora sei tu, Giulietto, che vuoi angosciare i tuoi lettori, e lo fai anche di proposito...
Ma sono decenni, ormai, che stai sempre lì a dare l'allarme, a gridare, a rompere il muro del silenzio (e anche le balle...). Ma ti sei mai chiesto perché tutti i tuoi vicini, colleghi, parenti, girano sempre con le cuffiette alle orecchie? Non sono patiti di musica pop, semplicemente non vogliono sentirti più!
Chi è, cos’è ciò che stiamo violentando e uccidendo, ogni giorno, ciascuno di noi e tutti insieme, senza nemmeno saperlo, senza accorgercene? È Gea, la nostra Terra. È l’ecosistema nel quale viviamo e del quale siamo parte integrante. Non lo sappiamo, quello che stiamo facendo. [...]
Giulietto, ma che minch... ehm, cavolo dici? Riscaldamento globale, buco dell'ozono, emissioni nocive, scioglimento dei ghiacciai, inquinamento, OGM, distruzione della foresta amazzonica, trivellazioni, cementificazione... Lo dicono ovunque, su tutti i giornali, telegiornali, documentari e talk show!!!
Tu l'hai scoperto soltanto ora? Ahi ahi ahi... se anziché perderti nelle paranoie complottiste ogni tanto accendessi la televisione o ascoltassi la radio invece che parteciparci, te ne saresti accorto da un bel pezzo!
Ciò che non sappiamo è molto importante. Tanto importante che da esso dipende la nostra stessa sopravvivenza e quella delle prossime due o tre generazioni. [...] Dunque è indispensabile, in primo luogo, una volta avvertito il pericolo, che ci poniamo una domanda fondamentale, preliminare: perché non sappiamo?
Ognuno parli per sé, Giulietto. Se qualcuno qui è ignorante, non siamo certo noi.
Sei tu a non sapere, noi sappiamo molto bene.
La risposta a questa domanda è tutt’altro che semplice, perché è connessa con l’immensa e cruciale trasformazione che la nostra organizzazione sociale ha subito nel corso degli ultimi settant’anni.
[...]
Questa trasformazione ha un nome: la rivoluzione dei sistemi di comunicazione-informazione. Quella che – ci è stato detto e ci viene ripetuto – avrebbe trasformato il mondo in un “villaggio globale”. Quella che ci dovrebbe raccontare “in diretta” tutto ciò che accade in ogni parte del mondo. Quella che – si dice – ci ha resi più evoluti, più informati. Quella che – per arrivare ai tempi nostri – ci ha dato la Rete, i motori di ricerca, Internet, la connessione globale in tempo reale. [...]
Se noi non sappiamo è perché non siamo stati informati. Qualcuno che sa, anche se non sa tutto, anche se non ha capito bene, c’è. Vedremo più avanti chi sono quelli che sanno e che non dicono. [...]
Tutti questi giri di parole per arrivare a propinarci la solita minestra riscaldata: da un lato i media manipolatori e manipolati, miseri servi del potere che ci dicono quello che vogliono, anzi, che ci raccontano quello che gli hanno ordinato innominabili eminenze grigie (magari lucertoloni e rettiliani, vero?) che governano il mondo decretando la sorte di tutti, dall'altro i poveracci, la popolazione, servi che subiscono il lavaggio del cervello senza rendersene conto. Meno male che c'è Giulietto, con i suoi film e i suoi libri, a svelare la verità.
[...] Ciascuno di noi (proprio ciascuno di noi, anche se, per l’occorrenza, ciascuno di noi è stato trasformato in un punto statistico) è oggetto di un’aggressione. Che si tratti di un’aggressione statistica non modifica né la sua natura criminale né la sua efficienza. Se non ci rendiamo conto che siamo aggrediti, non potremo difenderci e saremo colpiti.
Per essere più precisi: noi siamo già stati colpiti miriadi di volte, nel corso della nostra vita. Milioni sono già stati letteralmente annientati, cioè privati della capacità di critica, subordinati, resi servi. Addirittura servi felici. [...]
Allora Giulietto, probabilmente tu fai parte dei pochi eletti che possono permettersi di campare, e di campare bene, inondando il prossimo di corbellerie.
Per la stragrande maggioranza della gente, per l'uomo medio, le cose vanno diversamente.
Precisamente funzionano così: si alza la mattina presto, si mette addosso gli stessi vestiti di sempre perché non può permettersene altri, si fa un caffè alla macchinetta perché al bar costa troppo, scende in strada (con il caldo e con il freddo, sotto il sole o sotto la pioggia) cammina per un buon quarto d'ora, prende l'autobus o il treno (perché anche la benzina costa troppo) e arriva sul posto di lavoro (ammesso che ne abbia uno). Quindi lavora fino alla sera, per guadagnarsi il pane per sé e la famiglia. E fa pure un po' di straordinario, se gli è concesso, per pagare i libri di scuola ai figli e - se va bene - almeno una pizza il sabato sera. Se non può fare straordinario si cerca una seconda attività. Poi la sera torna a casa, stanco e affamato, perché a pranzo ha mangiato il solito panino alla mortadella che si è portato da casa (se ha i soldi per la mortadella, se no solo pomodoro). A cena, mentre mangia pasta e ceci, sente la moglie che si lamenta che c'è da riparare la lavatrice e che bisogna pagare la bolletta della luce, e cerca di spiegare ai figli che non ci sono soldi per comprare gli occhiali nuovi né per andare alla gita scolastica. Quindi, prima di andare a dormire, si mette a sedere sulla poltrona consumata che era stata di suo nonno, e si guarda mezz'ora di televisione.
E tu, Giulietto, in quella mezz'ora di televisione pretenderesti che guardasse un documentario sull'imminente catastrofe di Gea???
Chi sono questi bersagli? Sto parlando degli abitanti di Matrix, la società virtuale che è stata costruita al posto di quella reale. Chi vive al suo interno non può sapere. L’obiettivo dei pochi che sanno è ridurre l’orizzonte mentale di tutti gli altri. [...] Diceva Henry Ford: «È bene che la gente non sappia come funziona il nostro sistema monetario perché, se lo sapesse, farebbe una rivoluzione entro domani mattina».
[...] Quando vi troverete di fronte a proclami, programmi, manifesti – non importa se di destra o di sinistra – che non partono dalla necessità di smantellare Matrix, siate certi che non servono a nulla.
Vedi Chiesa, la gente, per preoccuparsi di come funziona il sistema monetario, per prima cosa deve averla, la moneta. E di questi tempi scarseggia di brutto, forse non te ne sei accorto.
La gente (quella normale) sa che un chilo di pane costa da 2 a 4 euro al chilo e sa che deve dare due euro al panettiere per avere un chilo di pane, e che per guadagnare quell'euro deve lavorare.
E' una cosa semplice semplice, era così 2000 anni fa ed è così ancora oggi, non c'entra niente Henry Ford né qualsiasi teoria sul sistema monetario.
Lavori, mangi. Non lavori, non mangi. Altro che Matrix.
Nell’accingermi a raccontare le cose che penso di sapere, di svolgere la mia opera di divulgatore, voglio premettere che questo libro è anche il risultato di centinaia di discussioni con gente semplice, con donne e uomini normali. Spesso mi sono sentito dire: «Quello che lei racconta io lo pensavo già per mio conto». Oppure: «Lei mi ha fatto sentire più libero perché ha detto cose che io già pensavo ma che non osavo dire». [...]
Giulietto, la gente ti direbbe qualsiasi cosa pur di liberarsi di te, renditene conto.
Si tratta evidentemente di gente educata, se no ti risponderebbe in ben altra maniera...
Infatti io penso di avere scoperto poche cose, ma di stare raccogliendo – in virtù delle mie capacità specifiche di divulgatore – molte intuizioni, inquietudini, idee che già circolano largamente ma che non hanno ancora trovato una risposta sufficientemente sistematica, organica. [...]
In virtù delle tue capacità specifiche di divulgatore? Divulgatore di panzane, vorrai dire.
Guarda Chiesa, non avertene a male, ma tu stai a un divulgatore come un trifoglio sta a una quercia secolare...
[...] Detto ciò, prego il lettore di non soffermarsi più di tanto sulle minuscole contraddizioni e sui piccoli o medi errori che probabilmente troverà sparsi sul percorso. Sono inevitabili, tenendo conto non solo della gigantesca impresa che stiamo affrontando, ma anche del fatto che io stesso sono privo delle conoscenze complesse necessarie. Le invoco, ma non le ho. [...]
Eh no. Se uno compra un libro, ha tutto il diritto di soffermarsi sulle contraddizioni (quelle che Giulietto chiama "minuscole" di solito fanno ombra alla Torre Eiffel) nonché sugli errori piccoli, medi e grandi (che con Giulietto abbondano sempre, compresi quelli extra large) del suo autore.
Se come divulgatore non sei molto ferrato, come venditore sei proprio una frana! Sarebbe come a dire che uno va a comprare un'automobile usata, e gli dicono: "Guardi, per mettere su strada quest'auto dobbiamo affrontare un'impresa gigantesca. Non stia a badare al fatto che le luci non funzionano, i pneumatici girano al contrario, il motore è rotto..."
Mi concedo un’ultima osservazione So bene che si cercherà prima di tutto di ridicolizzare ciò che scrivo. C’è in Rete una muta di cani arrabbiati che pedina ogni mio e nostro movimento. Anche questo (che è un misto di subcultura e di provocazione organizzata) fa parte dell’esperienza di questi anni e mi conferma nella giustezza del cammino intrapreso. So che queste cose danno fastidio ai benpensanti di destra e di sinistra. So che mettersi contro il mainstream comporta la moltiplicazione dei nemici. La seconda tappa sarà (nel caso in cui l’interesse attorno a queste tesi cresca) attaccare personalmente l’autore, per screditarne le tesi attraverso la demolizione personale. È una tecnica consolidata dei servizi di disinformazione e dei pennivendoli più o meno volontariamente al loro servizio.
Eccoci qua!!! Giulietto, noi non ridicolizziamo quello che scrivi. E' quello che scrivi che è proprio ridicolo!
E non siamo al servizio di nessuno, lo facciamo per passione e del tutto gratuitamente.
Vogliamo ricordare l'infinita serie di corbellerie che hai scritto, che abbiamo diligentemente riportato nelle nostre Perle? E' chiaro che dopo che hai scritto tonnellate di panzane, per forza di cose vien da prenderti un po' per i fondelli. Ma sbagli a considerarci dei nemici. Anzi. Noi nutriamo un grandissimo affetto e fiducia nei tuoi confronti: senza di te, quasi metà del nostro blog non esisterebbe!
Infine, se questo messaggio si rivelasse capace di raggiungere un pubblico più vasto, calerà la cortina del silenzio. Il modello, ormai classico, è quello dell’11 settembre 2001: voltare pagina. Come vedremo più avanti, il silenzio è più potente di qualsiasi menzogna.
Sì, però è già la quarta o quinta volta che lo dici. Dovevi rompere il muro del silenzio con il film Zero. Niente. O con il libro Zero. Niente. Poi sei andato in televisione. Ancora niente. Hai cercato di avviare una televisione tutta tua, niente. Per non parlare del sito Megachip, delle conferenze, della tua esperienza come europarlamentare, dei programmi nelle scuole: niente, niente, niente.
A questo punto due sono le possibilità.
O questo muro, questa cortina del silenzio è più solida del Muro di Berlino (quello in poche ore lo buttarono giù... ops... scusa se ti ricordiamo quei momenti che probabilmente per te furono molto dolorosi)... oppure non ti ascolta nessuno. Tertium non datur.
Negli anni ’70 il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, lanciò un allarme (che potremmo definire il padre di questo mio, assai più modesto) che venne diffuso sotto il titolo de I limiti dello sviluppo. Quell’allarme, assai ben fondato, fu non solo ignorato, ma sottoposto a una violentissima e vincente campagna di denigrazione. [...]
Lo vedi? Tu stesso dici che già dagli anni Settanta lanciano allarmi. E però continui a sostenere che nessuno ci dice niente...
Sarà mica che a furia di sentir gridare "Al lupo! Al lupo!", la gente si è rotta i cosiddetti?
Ma anziché limitarsi a gridare, perché non rimboccarsi le maniche e presentare proposte serie e concrete?
Scusa, non per essere pignoli, Giulietto, ma in Europarlamento ci sei stato tu... mica noi...
Ma, per il momento, provate a immaginare che questo libro possa cambiare bruscamente la vostra vita e le vostre abitudini.
Giulietto. Il tuo libro costa 17 euro e 50 centesimi. Alla faccia del sistema monetario...
Se è una cosa così importante, se è in gioco il destino dell'umanità, avresti potuto anche pubblicarlo online, in forma di pdf gratuito... C'è gente che deve lavorare due giorni per portarsi a casa 17 euro e cinquanta... qui in Italia. Da qualche altra parte quella è la paga di un mese...
Io penso che capirete velocemente che il mondo in cui viviamo sta finendo.
E porca miseria. Avevamo appena tirato un sospiro di sollievo per il 21 dicembre 2012...
Ciò non significa che si stia andando verso la fine del mondo. Significa che questa civiltà, in cui siamo nati e viviamo, non sarà in grado di reggere agli effetti che essa stessa ha provocato. Si deve dunque prevedere una transizione verso un’altra formazione economico-sociale.
E va bene Giulietto. Sono cose che capitano. Poco più di mezzo secolo fa eravamo nell'era coloniale.
Nemmeno trent'anni fa c'era la Guerra Fredda e i due blocchi. Le cose cambiano, certamente cambieranno ancora.
Cosa comporterà questa transizione, la pace o la guerra? Cosa verrà dopo, quale civiltà farà seguito a questa? Che ne sarà dei rapporti tra gli individui, che muteranno anch’essi in modo radicale? Quale sarà la natura che circonderà le generazioni future? Tutto questo non lo sappiamo, non lo sa nessuno. Sappiamo soltanto che ci sarà una transizione, estremamente difficile, dalla presente civiltà alla successiva.
Bene. Visto che non sappiamo niente, visto che nemmeno tu lo sai, visto che se non lo sai non l'hai certo scritto nel libro... perché mai dovremmo spendere 17 euro e 50 per comprare un libro che dice: "Il mondo cambierà. Non so come, non so quando. Arrivederci e grazie"?
Sappiamo che questo avverrà perché l’Uomo ha violato le leggi della Natura, quelle dell’ecosistema in cui vive e quelle della sua stessa, intima natura. La violazione delle leggi della Natura non conduce alla loro sparizione, ma piuttosto alla sparizione di chi le ha violate. Non sappiamo quanto sarà lunga questa transizione. Possiamo solo intuire che non sarà breve e che sarà, per la grande maggioranza, dolorosa.
L'uomo le ha sempre violate, Giulietto. La natura non prevedeva che l'uomo andasse sulla Luna, né che riuscisse a volare, e nemmeno che costruisse le Piramidi, se è per questo.
Se ragionassimo tutti come vorresti farci ragionare, staremmo ancora nelle caverne a mangiare bacche e carne cruda.
Il Club di Roma, circa trent’anni dopo, ha prodotto un update, di quel lavoro. [...] In esso vengono delineati nove possibili scenari futuri, tutti collocati all’interno del xxi secolo. Tutti catastrofici. Ma dal primo al nono passerà una grande differenza: di dolori, di sofferenze, di morti. [...]
Ci mancava solo il Club di Roma. Nove scenari, nove catastrofi.
Tieniteli stretti. La gente preferisce il decimo scenario, quello che proprio non riesci e non riuscirai a vedere, perché è uno scenario in cui non ci sono catastrofi ma un progresso e uno sviluppo costanti e sempre più consapevoli.
Giulietto, ti spiace se ti diamo un piccolo consiglio? O meglio, ti rivolgiamo le tue stesse parole: "voltare pagina". Sì, insomma, non sei proprio un poveraccio costretto dalla crisi a vivere sotto i ponti, hai la tua bella pensione, ti pubblicano un libro o due all'anno, hai una specie di movimento politico, scrivi sui giornali (spesso e volentieri corbellerie, ma questo è un altro discorso), hai un sacco di amici e supporter... hai tutti i motivi per ritenerti fortunato.
Non riesci proprio a rallegrarti di tutto quello che hai? Non riesci proprio a scrivere qualche libro meno truce, che non parli di guerre e catastrofi?
Dai, prova invece a rilassarti un po', organizza una festa, una bella grigliata, un po' di canzoni romagnole...
Sappiamo che quando vuoi sai divertirti.
Ecco la prova: una memorabile esibizione dell'inedito Giuliettone che canta Guantanamera* accompagnato nientemeno che da Sandro Ruotolo...
* Si notino gli accorati movimenti di mano/braccio e la drammatica mimica facciale che accompagnano la voce e contribuiscono alla riuscita di questa performance, particolarmente intensa e sofferta...
Ringraziamo Instancabile P.Z. per la segnalazione.
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