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lunedì 10 giugno 2013

Mistero e Le Iene: la misteriosa non decomposizione dei cadaveri

Nel tempo abbiamo imparato che i livelli di sciacallaggio a cui sono in grado di arrivare i complottisti non trovano alcun limite, nemmeno di fronte alla morte. Lo hanno dimostrato in svariate occasioni e la più evidente è rappresentata probabilmente dalle teorie alternative che circondano i fatti dell'11 settembre 2001, ad esempio quando negano l'autenticità delle telefonate fatte dai passeggeri dei voli dirottati o mettono in dubbio i risultati degli esami del DNA sui poveri resti delle vittime oppure sostengono addirittura che i voli American 77 e United 93 non siano mai esistiti o sarebbero atterrati da qualche altra parte.

Non c'è quindi da meravigliarsi più di tanto della proposizione della teoria secondo cui i corpi dei defunti (ossia della gente che ogni giorno muore per le cause più disparate, naturali e non) non riuscirebbero più a decomporsi, e che questo fenomeno metterebbe in crisi i cimiteri per la conseguente mancanza di spazio.

La teoria nasce da un'"acutissima" osservazione: gli alimenti moderni sono generalmente ricchi di conservanti,  per cui il nostro corpo nel tempo subirebbe gli effetti di queste sostanze al punto da mummificarsi dopo la morte.

A nostro avviso chi ha un problema di eccessiva conservazione sono proprio i complottisti: il loro cervello, infatti, appare mummificato già all'età infantile! Per cui nessuna sorpresa se continuano a proporre e a riproporre questa teoria aggiungendo di volta in volta qualche nuovo elemento riciclato da altre teorie. Così ai conservanti per uso alimentare si aggiungono gli antibiotici, i farmaci, e persino la chemioterapia oncologica.

Ovviamente, quanto più una teoria è strampalata, tanto più è probabile che essa venga proposta come "scoop" da qualche programma televisivo a diffusione nazionale, come Mistero o Le Iene.

Ma innanzitutto soffermiamo la nostra attenzione su quello che circola sul Web, con questo esempio di articolo recentemente rivitalizzato grazie a una segnalazione sul sito aggregatore Tze Tze (ripresa anche sul famigerato blog di Grillo):

Alla seconda domanda risponde così:”Dottore le faccio una confidenza: 10 anni fa ho sepolto mio padre sotto terra e quando lo ho riesumato lo ho trovato tale e quale a come lo avevo lasciato. Questa non è mica l’eccezione! Da una ventina di anni sono aumentati di gran lunga i cadaveri mummificati o saponificati, vado a riesumare le salme e non trovo più le ossa come dovrebbe essere e come era, ma trovo i cadaveri intatti. Non mi fa certo paura ma sta diventando un problema per il nostro cimitero perché iniziano a scarseggiare i posti! Non so dirle il motivo perché le tecniche di sepoltura sono rimaste praticamente invariate ma so solo dirle che questo è quello che ho riscontrato.”

Si tratta di un articolo pubblicato su un blog intitolato Psiche e Soma, come si può apprezzare anche dall'immagine dello shot di apertura di questa Perla.
In effetti il curatore del blog, tale dott. Daniele Aprile, medico psicoterapeuta, non si è sbilanciato eccessivamente. E' cascato nella storiella della mancata decomposizione dei corpi ma ipotizza che la causa principale sarebbe da ricercare nell'utilizzo degli antibiotici negli animali da macello e in generale nella minor presenza di batteri negli alimenti moderni. L'uso dei conservanti potrebbe essere una concausa.

Purtroppo il dott. Aprile ha preso la tipica cantonata che insidia sovente anche le menti meno affini al complottismo: ha dato per vero l'assunto (i cadaveri oggi si decompongono più lentamente), senza verificarlo adeguatamente, quindi ha cercato di verificare le ipotesi che spiegherebbero quell'assunto.

Ma l'assunto non è vero, o quanto meno non è mai stato rilevato scientificamente.
Se i cadaveri, oggi, si decomponessero più lentamente di quanto avvenisse in passato, infatti, tutti gli studi e i trattati di medicina legale e di tanatologia andrebbero riscritti. Medici autoptici e dipartimenti di polizia scientifica dovrebbero rivedere tutte le nozioni che riguardano i tempi di decomposizione e i calcoli necessari a stabilire l'ora della morte delle persone.
Così non è.
Non dimentichiamo che esistono in USA le cosiddette "body farm", come quella di Knoxville in Tennessee, dove si conducono migliaia di esperimenti reali, con veri cadaveri posti nelle condizioni ambientali più disparate, proprio al fine di stabilire e verificare con la massima precisione i tempi di decomposizione a beneficio degli enti investigativi della polizia criminale. Ebbene, non è mai risultato che un cadavere moderno si decomponga più lentamente rispetto a un cadavere di qualche decina di anni fa.

Peraltro, la teoria del complotto dei conservanti usa il termine "decomposizione" a sproposito, mentre quello corretto è "scheletrizzazione", ossia la riduzione del cadavere a un semplice scheletro, dopo che tutti i tessuti molli si sono decomposti. Si tratta di un processo molto lungo, che in condizioni normali richiede anni.
La carica batterica di un corpo umano (assieme a tantissimi altri fattori ben più influenti, come la quantità di grasso e le condizioni ambientali del cadavere) può al massimo ritardare i primi processi di putrefazione (un individuo con una forte carica batteria, ad esempio perché malato, può iniziare a putrefarsi più in fretta di un individuo sano e in buona forma) ma parliamo di minuti o al massimo di ore. La scheletrizzazione impiega anni!
Quindi, anche a voler prendere per buona la teoria, avremo che il cadavere di un individuo che si è cibato solo con alimenti naturali e biologici impiegherà (ad esempio) quattro anni per scheletrizzarsi, mentre un individuo che in vita mangiava solo alimenti sterilizzati e ricchi di conservanti, impiegherà quattro anni e due ore!
E' evidente, quindi, che l'intera teoria è una bufala.

Ad esserci cascati, come abbiamo detto prima, ci sono la famigerata trasmissione filo complottista Mistero (qua e qua i servizi di Paola Barale) e persino Le Iene. Che dire... complimenti!

Ringraziamo Parix per la segnalazione.

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