Sul sito Luogocomune, però, il redattore Massimo Mazzucco è convinto del contrario, al punto da scrivere ben due articoli in cui spiega come il proprio cane (backup) e quello di una ragazza (backup) siano guariti da un cancro incurabile grazie ai "poteri" della cartilagine.
Tenete conto che per pubblicare anche questo genere di notizie Mazzucco ha chiesto ai suoi lettori non meno di 5000 dollari al mese (vedi Perla precedente).
Sta di fatto che Mazzucco asserisce che il suo cane è guarito da un terribile carcinoma al fegato grazie a una massiccia dose di cartilagine di squalo, e quando è stato contattato da "Silvia", che aveva anch'essa un cane con una simile patologia, le ha consigliato la stessa cura.
Miracolosamente anche il cane di Silvia guarisce, e addirittura:
"A Silvia fu mostrata la parte che avevano rimosso durante l’operazione. Era una specie di “palla”, del diametro di 18 cm., avvolta da una specie di involucro scuro, che risultava attaccata al fegato solo per un lembo di carne..." scrive Mazzucco.
"E’ quindi probabile, date le note qualità antioangiogeniche della cartilagine, che la famosa “palla” trovata accanto al fegato – quella che nell’ecografia era sembrata la milza - fosse in realtà il tumore stesso, che nel frattempo la cartilagine aveva avvolto e soffocato, trasformandolo probabilmente in una massa anomala che i dottori non riuscivano a riconoscere.
Ricordo una scena simile quando il mio veterinario volle fare una lastra al fegato del cane “che doveva essere morto due anni prima”, e si ritrovò di fronte ad alcune macchie scure che non riusciva ad interpretare. Sembravano avvolte da una specie di velo, e io già al tempo avevo dedotto che si trattasse delle varie metastasi che la cartilagine aveva avvolto e soffocato".
Insomma, a sentire Mazzucco, la cartilagine di squalo è dotata di una sua intelligenza: si va a cercare il tumore e lo avvolge in un bozzolo come nel film Cocoon, soffocandolo.
Non sappiamo quanto il cane gradisca la cartilagine di squalo... ma a giudicare da questa foto a corredo dell'articolo, sembra che il cane si sia preso una scossa elettrica o abbia sniffato qualche droga o stia fuggendo disperato. Ma se Mazzucco dice che sta bene, bisogna credergli.
Verrebbe però da chiedersi se sia giusto sacrificare la vita di uno squalo per quella di un cane o di sterminare una intera specie per proporre una cura che non ha alcun reale fondamento scientifico.
Comunque sia, stando a quanto riporta Mazzucco, gli squali non dovrebbero mai ammalarsi di tumore.
Non appena appare una cellula tumorale, subito dovrebbero entrare in azione i Power Rangers... ops... la cartilagine, e "imballare" la malcapitata cellula impedendole di nuocere...
E invece no.
Il dott. Francesco Perugini Billi(backup), medico chirurgo specializzato in medicina naturale, nel suo articolo dal titolo estremamente significativo Cartilagine di Squalo, un inutile massacro(backup) scrive:
"Gli squali si ammalano di tumore! Fino ad ora, sono stati rinvenuti almeno 23 tipi di tumore. Tra l'altro uno di questi è il condroma, che è proprio un tumore delle cartilagini."
Lo squalo si ammala di tumore alle cartilagini!
Il dott. Perugini Billi parla di
"...una serrata campagna pubblicitaria per indurre la gente a consumare la cartilagine, promossa dalle compagnie che commercializzano la cartilagine di squalo, spesso con l'appoggio di pseudoscienziati. Fu subito un business da miliardi di dollari."
E prosegue:
"In questi anni di sfruttamento economico della cartilagine di squalo si è assistito ad una vera e propria devastazione delle popolazioni mondiali di questo magnifico animale (1,4). Le popolazioni americane si sono ridotte di ben l'80%!! Una compagnia americana che commercializza cartilagine di squalo e situata in Costa Rica massacra oltre 111.000 squali all'anno.
Ammesso che vi siano sostanze antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti nella cartilagine di squalo, queste possono essere tranquillamente ed efficacemente sostituite con altre più eco-sostenibili. La cartilagine e l'olio di squalo non hanno nulla di unico.
Non rendetevi complice di questo sterminio. Allora, NON FATEVI PRESCRIVERE, NÉ CONSUMATE PRODOTTI A BASE DI CARTILAGINE DI SQUALO."
Insomma pare proprio che Mazzucco, asseritamente grande nemico delle multinazionali e dei poteri occulti che starebbero distruggendo l'ambiente e il sistema ecologico del pianeta, non esiti a propagandare teorie che fanno gli interessi di compagnie che accumulano miliardi sterminando inutilmente gli squali, associandosi alle loro campagne pubblicitarie.
Certo, se si può speculare sulla morte dei 3000 innocenti dell'11 settembre 2001, non dubitiamo che si riesca a farlo anche sulla vita di decine di migliaia di squali...
Per rincarare la dose, in un terzo articolo (backup) Mazzucco annuncia trionfante di aver trovato le prove che la cartilagine di squalo è stata oggetto di studi della comunità scientifica, citando un articolo pubblicato nel lontano 1983.
Abbocca subito l'immancabile Sigmatau, che scrive:
"Ribadisco però quello detto ieri, e cioè che per essere veramente efficace l'iniziativa non può limitarsi al solo ambito di Luogocomune, ma deve in qualche modo coinvolgere qualche 'organizzazione' nel campo medico fornita di una certa 'credibilità'. Diversamente la cosa finirà fatalmente nel dimeticatoio, esattamante come è successo dell'articolo del 1983 che solo la 'tenacia' di Massimo è riuscito a riportare alla luce..."
Sembra davvero di assistere a un duetto di comici...
Guardate che basta una breve ricerca e di articoli scientifici ne escono non uno, ma decine.
Digitando semplicemente "shark cartilage" su Google, per esempio, saltano fuori liste come questa (backup) dove sono riportati ben 12 ricerche e articoli scientifici pubblicati addirittura dal 1975 al 1998.
Oh... "shark cartilage" = "cartilagine di squalo", mica è una ricerca difficile, ma evidentemente per Mazzucco dev'essere un'impresa e per Sigmatau un vero miracolo!
Certo che un conto è dire: "Guardate qua quanti articoli" (reazione del lettore: "Allora non è vero che ci tengono nascosto chissà che") e altro conto è dire: "Ho scovato un articolo del lontano 1983..." (reazione del lettore: "Accidenti, allora è vero che hanno insabbiato la cosa...").
Ovviamente questa uscita impedisce ai lettori di stimolarsi nel cercare altre fonti, come questa ricerca scientifica (backup) che fa riferimento a ben 73 (settantre) altri studi anche recentissimi.
Mazzucco sa come rosolare i suoi polli, c'è poco da fare.
Nel suo nuovo articolo, poi, Mazzucco aggiunge:
"L’articolo completo su Science di Lee e Langer, del 1983. L’articolo è reperibile in rete a pagamento, qui. (Volendo, è il primo “acquisto“ fatto con le donazioni degli utenti!)"
Ecco un buon modo di spendere i quattrini dei lettori: acquistare un articolo del 1983, quando ci sono 25 anni di ricerche e articoli successivi, liberamente scaricabili e decisamente più aggiornati. Ma vuoi mettere la possibilità di spendere soldi per congelarti la mente a 25 anni indietro?
C'è chi cerca di far tornare il proprio corpo a un quarto di secolo indietro con costosi interventi chirurgici. Su Luogocomune con pochi euro al mese di donazione si ottiene la stessa cosa con il cervello, senza necessità di andare in sala operatoria, ma restando comodamente seduti a casa e inebetiti davanti allo schermo del PC.
E con un po' di costanza si arriva anche più indietro: non è forse su quel sito che si crede che l'uomo non è mai stato sulla Luna?
Importante!
Se qualcuno, leggendo gli articoli di Mazzucco, ritenesse di voler sperimentare i "fantastici" effetti della cartilagine di squalo, è bene che legga attentamente queste avvertenze, pubblicate dalle stesse aziende che lo commercializzano (lucrando fior di quattrini).La cartilagine di squalo non deve essere somministrata a:
- pazienti con infarto del miocardio in cui i vasi devono ricostituirsi per almeno tre mesi;
- donne in gravidanza in cui si sviluppa una nuova rete vasale atta ad irrorare l'embrione in crescita;
- donne che abbiano in programma di concepire un figlio (infatti la cartilagine potrebbe interferire con la vascolarizzazione durante il ciclo mestruale)
- pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia profonda che richiedono la neoformazione di vasi per favorire la cicatrizzazione;
- bambini in cui la rete vasale è in fase di sviluppo.
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