giovedì 15 luglio 2010

Il raggio energetico di Blondet e Di Stefano

Marconi ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolini lo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche gli scienziati crearono l’alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l’invenzione stava per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato...

Accidenti, gente, la Perla che presentiamo oggi è un esemplare di tutto rispetto proveniente da una delle migliori colture del Web: parliamo del sito Effedieffe, l'allucinato portale pseudogiornalistico gestito dal sempreverde Maurizio Blondet (lo ricorderete di sicuro, è quel gran signore che definiva "pidocchi umani" gli zingari e sosteneva che donne e "negri" sono solo "bipedi socializzati").

Il nostro campione di tolleranza ci offre adesso un'altra delle sue sensazionali scoperte: il segretissimo raggio che dà energia gratis e che tutti nascondono "per inconfessabili interessi economici".

Vi siete incuriositi?
Bene, allora leggiamo qualche passaggio della Perla, che sebbene ospitata sul sito di Maurizio Blondet è stata pubblicata in origine nientemeno che da Il Giornale, in un articolo a firma di tale Rino Di Stefano.

"Negli anni Settanta [...] un gruppo di scienziati italiani ne avrebbe scoperto il segreto, ma questa nuova e stupefacente tecnologia [...] sarebbe stata volutamente occultata nella cassaforte di una misteriosa fondazione religiosa con sede nel Liechtenstein [...] l’incredibile storia [...] si potrebbe definire la scoperta epocale per eccellenza, e cioè la produzione di energia pulita senza alcuna emissione di radiazioni dannose."

Solo Blondet riesce a credere a simili capolavori di fantasia. Una fondazione religiosa nel Liechtenstein! Ma scusate, se l'invenzione è di un gruppo di scienziati italiani, come accidenti ha fatto a finire nel Liechtenstein?
Vi immaginate quel gruppo di scienziati che discute sulla questione?

Scienziato A: "Che abbiamo qui?"
Scienziato B: "Una scoperta eccezionale. Un'energia pulitissima e gratuita!"
Scienziato C: "Grandioso! Che ne facciamo?"
Scienziato A: "La nascondiamo!"
Scienziato B: "Giusto, così continueremo a vivere poveri e sfigati! E dove la nascondiamo?"
Scienziato A: "Ho una vecchia zia nel Liechtenstein, che ha una cassaforte..."

"Come ogni giallo che si rispetti, l’intricata vicenda che si nasconde dietro la genesi di questa scoperta è stata svelata quasi per caso. Lo ha fatto un imprenditore genovese che una decina d’anni fa si è trovato ad avere rapporti di affari con la fondazione che nasconde e gestisce il segreto di quello che, per semplicità, chiameremo «il raggio della morte»."

Ma scusate, non è che vogliamo rompere le balle a tutti i costi... però se quello è un raggio energetico pulito e gratuito, come accidenti viene in mente di chiamarlo "raggio della morte"? Certo che hanno uno strano concetto della "semplicità".

E poi, questa storia dell'imprenditore genovese... ma ve lo immaginate? Un tizio va nel Liechtenstein per vendere mercanzia a una fondazione religiosa, e tra un caffè e un cornetto quelli gli dicono: "Sa una cosa? Qui custodiamo il più grande segreto del mondo" e gli spiattellano tutto.
Come si può scrivere una simile idiozia?

"[...] la storia che stiamo per svelare nasce proprio da quello che, durante il fascismo, fu il mito per eccellenza: l’arma segreta che avrebbe rivoluzionato il corso della Seconda Guerra Mondiale. Sembrava soltanto una fantasia, ma non lo era. In quegli anni si diceva che persino Guglielmo Marconi stesse lavorando alla realizzazione del «raggio della morte». La cosa era solo parzialmente vera. Secondo quanto Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati durante una delle sue ultime interviste, Marconi inventò un apparecchio che emetteva un raggio elettromagnetico in grado di bloccare qualunque motore dotato di impianto elettrico. Tale raggio, inoltre, mandava in corto circuito l’impianto stesso, provocandone l’incendio. Lo scienziato dette una dimostrazione, alla presenza del Duce del fascismo, ad Acilia, sulla strada di Ostia, quando bloccò auto e camion che transitavano sulla strada. A Orbetello, invece, riuscì a incendiare due aerei che si trovavano ad oltre due chilometri di distanza. Tuttavia, dice sempre Mussolini, Marconi si fece prendere dagli scrupoli religiosi. Non voleva essere ricordato dai posteri come colui che aveva provocato la morte di migliaia di persone, bensì solo come l’inventore della radio. [...]"

Sappiamo cosa state pensando. E' un pesce d'aprile? No. C'è una telecamera nascosta di "Scherzi a parte"? Nemmeno. Il Giornale ha proprio scritto queste cose.
Guglielmo Marconi, il raggio che blocca i motori e incendia gli aerei, provato a... Orbetello...
Ma non s'era detto che a scoprirlo erano stati un gruppo di scienziati italiani negli anni Settanta? E che c'entrano allora Mussolini e Guglielmo Marconi?

Ma andiamo avanti, e arriviamo al nostro miracolato imprenditore genovese:

"Tutto è cominciato - racconta Remondini - dal contatto che nel 1999 ho avuto con il dottor Renato Leonardi, direttore della Fondazione Internazionale Pace e Crescita, con sede a Vaduz, capitale del Liechtenstein. Il mio compito era quello di stipulare contratti per lo smaltimento di rifiuti solidi tramite le centrali termoelettriche polivalenti della Fondazione Internazionale Pace e Crescita. Non mi hanno detto dove queste centrali si trovassero, ma so per certo che esistono. Altrimenti non avrebbero fatto un contratto con me."

Scusate, scusate... Centrali termoelettriche polivalenti gestite da una fondazione che si chiama "Pace e Crescita"? Ma vi pare possibile immaginare una cosa più idiota?
E vi pare possibile firmare un contratto relativo a centrali termoelettriche senza nemmeno conoscere l'ubicazione delle centrali?
Fantastica, poi, la logica di quel tale Remondini: non sa dove si trovino le centrali ma sa per certo che esistono perché ha firmato un contratto con... Pace e Crescita!
Si può essere più beoti?
A un tipo del genere potete tranquillamente vendere il Colosseo e la Fontana di Trevi, tanto lui sarà convintissimo del vostro diritto di proprietà su quei monumenti, perché altrimenti non fareste di certo un contratto di vendita...

A voi lo shot dell'articolo de Il Giornale:


Abbiamo perfino trovato in giro una presunta copia del contratto di Remondini proveniente dal sito di Rino Di Stefano, il "giornalista" autore dell'articolo.

Ma non illudetevi che di fronte a una simile baggianata (vi consigliamo di leggerla tutta, è una delle cose più ridicole che si siano mai scritte) non ci siano una folta schiera di beoti pronti a crederci: date un'occhiata ai commenti al post di Effedieffe o all'articolo su Il Giornale.

Ad esempio, Ubaldo scrive:

"Articolo eccellente e veritiero. Finalmente un po' di informazione vera da "il Giornale"."

Un altro lettore, probabilmente in preda a chissà quali allucinazioni, rincara la dose:

"Secondo me è un messaggio per la flottiglia americana/israeliana che si dirige a sud dell'Iran."

Un messaggio per la flottiglia americana/israeliana?
Cos'è, un concorso a chi spara la corbelleria più grossa?

Ora, che sul sito di Blondet si dia spazio a un'idiozia come quella del "raggio della morte" di Orbetello e delle centrali elettriche di "Pace e Crescita", non ci meraviglia più di tanto, conoscendo il soggetto.

Ma che Il Giornale pubblichi una simile baggianata è l'ennesima dimostrazione che i media italiani e la spazzatura sono la stessa cosa, ma almeno la seconda ha il vantaggio che si può riciclare...

Ringraziamo per la segnalazione Enrico C., Claudio C., Ezio B., Simone B..


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