giovedì 25 agosto 2011

Napoleone e i microchip

Nell'immagine di apertura qui a fianco mostriamo lo screenshot di un articolo pubblicato sul sito EC Planet (articolo sul sito, copia di archivio) da un certo Edoardo Capuano.

Edoardo sostiene che:

"Durante le analisi dei resti mortali di Napoleone Bonaparte gli scienziati sono rimasti sconcertati dal ritrovamento di un microchip lungo poco più di un centimetro incastonato nel cranio.

L’unica ipotesi presa in considerazione fino ad ora è che si tratti di un impianto alieno. Che l’imperatore francese fosse stato rapito e successivamente controllato dagli alieni?

“Le possibili ramificazioni della scoperta sono al momento troppo ampie per essere comprese”, dichiara il dottor Andre Dubois al giornale medico francese.

“Fino ad ora i casi confermati di rapimenti da parte di alieni hanno come protagonisti persone comuni, che non hanno giocato un ruolo determinante negli eventi mondiali. Invece ora si può ipotizzare che gli extraterrestri abbiano agito nel passato per influenzare la storia del mondo. E probabilmente stanno continuando a farlo!”"

Edoardo... ma tu credi veramente a una simile str... ehm... corbelleria?
Te lo chiediamo perché, se ci credi veramente, è meglio che ti fai visitare da uno psichiatra.
Ma non uno qualsiasi, uno bravo bravo.

La fonte dell'articolo di Capuano è un articolo di Life's Great Clues di un anno e mezzo fa, che a sua volta riprendeva una notizia pubblicata sul giornale satirico Weekly World News.
Di fonti serie, quindi, nemmeno una...!


Povero Edoardo... lui sì che avrebbe bisogno di un buon microchip...

Ringraziamo Pasquariello per la segnalazione.

giovedì 18 agosto 2011

Dopo Freda ritorna anche Antonio Caracciolo

La strage di Oslo, compiuta da un pazzoide estremista di destra, ha innescato numerose reazioni tra alcune nostre vecchie conoscenze. Poco tempo fa abbiamo parlato di Gianluca Freda, oggi è la volta di Antonio Caracciolo, professore universitario e curatore di innumerevoli blog tra i quali Civium Libertas, sul quale ha pubblicato uno dei suoi soliti interminabili post (sono così lunghi che dal titolo alla coda scatta il fuso orario) intitolato "Attacco terroristico a Oslo: chi è stato?".

La domanda è palesemente idiota.
Gli unici a porla, infatti, sono quelli che non vogliono ammettere che un estremistra di destra - matto da legare come tutti gli estremisti - abbia fatto strage di innocenti, peraltro con l'intento di "punire" i sostenitori della causa palestinese.
Di questi tempi, infatti, una larga parte dell'estrema destra guarda con particolare favore all'Islam e al nazionalismo arabo, in chiave antisemita.
Infatti quello di riuscire a eliminare tutti gli ebrei (e negare di averlo fatto) è un vecchio pallino della destra più estremistica che non perdona ad americani e inglesi di aver mandato in buca i progetti di Hitler.
Voi direte: a ben vedere furono soprattutto i sovietici a rovinare i piani dei nazisti, prima ancora che americani e inglesi. Vero, ma dato che anche i sovietici avevano una certa predisposizione a far strage di ebrei, i neonazisti li hanno perdonati.

Anders Behring Breivik, il pazzoide di Oslo, è un estremista di destra apparentemente anomalo nel contesto: anzichè odiare gli ebrei al punto di allearsi agli islamici, odiava gli islamici al punto di tifare per Israele.

Niente di particolarmente strano, in fin dei conti. Un estremista islamico, una volta spazzati via gli ebrei, non tarderebbe a tagliare la gola ai cristiani. Allo stesso modo un estremista di destra, spazzati via gli ebrei, non tarderebbe a fucilare gli islamici.

Ma in questo momento, finchè ci sono gli ebrei, c'è un terreno comune di intesa tra estremisti di destra ed estremisti islamici.

Breivik ha semplicemente cambiato la scaletta, ma tanto basta affinché qualcuno cerchi di intorbidire le acque per sviare l'attenzione e tentare di incolpare qualcuno che non c'entra nulla.

Caracciolo scrive (qui il link alla copia archivio del suo post):

Il titolo di questo post è volutamente identico ad altro, che si trova sull’aggregatore «Come don Chisciotte» e che è il primo articolo che ho letto. Questo post sarà destinato non a dare l’informazione che altre fonti daranno certamente meglio di quanto io possa fare, ma a cercare di analizzare l’uso mediatico che di questa tragedia verrà fatta e si sta già facendo. Se posso dire la prima cosa che mi viene in mente, ma senza nessun fondamento e quindi senza nessun valore: sono io a dirlo, è che vi sia dietro il Mossad ed Israele, come anche credo nello stesso modo che la morte di Vittorio Arrigoni sia riconducibile ad Israele.


Ecco che la strage perpetrata da un estremista di destra viene attribuita (nel pensiero di Caracciolo) al Mossad e a Israele!
Addirittura anche la morte di Arrigoni, sequestrato e assassinato da frange palestinesi, viene attribuita a Israele.

Nemmeno questa è una novità: per gli specialisti della disinformazione, qualsiasi avvenimento è sempre colpa di Israele (o degli USA amici di Israele), non si scappa.

La Perla vera e propria, però, arriva quasi in fondo al lunghissimo e tedioso post di Caracciolo:

Pare che Breivik – così si chiama – non abbia agito da solo. Testimoni affermano di aver visto almeno un’altra persona sparare. Ma questi sono dati che ci darà la cronaca e noi non faremo altro che prendere atto dei fatti accertati, o ritenuti tali.


Bene. Si dà il caso che i fatti accertati (il "ritenuti tali" è tipica espressione complottista) confermano che il pazzoide ha agito da solo e il contesto che ha partorito quel folle gesto è fatto di altri pazzoidi come lui.
Quindi, stando alle sue stesse parole, Caracciolo dovrebbe prendere atto della cosa.
E invece no, si contraddice subito dopo:

Noi ragioniamo per ipotesi e considerazioni astratte. Che vi siano più persone ed organizzazioni dietro la strage ci fa riflettere più sul bersaglio simbolico e politico che non sugli autori, che diventano certi quanto certo è il bersaglio.


Senza attendere i "dati che ci darà la cronaca" (cronaca un fico secco, peraltro: c'è un reo confesso, ci sono prove incontestabili e c'è un giudizio penale) e in netto contrasto con essi, Caracciolo già dà per scontato che ci siano "più persone e organizzazioni dietro la strage" e parte con le sue conseguenti riflessioni!

Riflessioni peraltro incomprensibili:

La meccanica dei fatti si sottrae alle nostre possibilità di conoscenza e verifica. Ma del “bersaglio” che ci viene indicato come tale in ogni momento noi sappiamo già tutto quello che occorre sapere. Sappiamo chi sono i creatori e descrittori del bersaglio, dove ci vogliono condurre, di quali mezzi dispongono, incluso la corruzione, il ricatto, l’aperto minaccia oltre che l’assassinio politico, dichiarato o coperto. E qui rientra come vittima il nostro Vittorio Arrigoni, che non potremo mai dimenticare.


Ci capite qualcosa? Meccanica dei fatti, descrittori del bersaglio, assassinio politico... Forse aveva mangiato pesante quando ha scritto queste riflessioni filosofiche.
L'unica cosa che si capisce bene è che non potrà mai dimenticare Vittorio Arrigoni, l'attivista filopalestinese sequestrato e ucciso da un gruppo estremista islamico a Gaza.

E fa proprio bene a non dimenticare Arrigoni, perché la sua morte testimonia che c'è gente affatto ingrata nei confronti di chi l'aiuta... un po' come la serpe che morde la mano che la nutre.
A uccidere Arrigoni sono stati proprio gli estremisti islamici tanto cari a Caracciolo e non certo gli odiati nemici israeliani.

Ringraziamo G. per la segnazione.

giovedì 11 agosto 2011

I dieci punti di Sertes

Il 23 luglio si è tenuto a Bologna un confronto tra il giornalista "debunker" Paolo Attivissimo e il complottista Riccardo Pizzirani (in arte "Sertes") sul tema dell'11 settembre.

Sertes è una vecchia conoscenza del sito complottista Luogocomune ed è ritenuto (dagli iscritti a quel sito) uno dei complottisti più "ferrati" in materia di 11 settembre.

Sul tavolo del confronto, Sertes ha portato 10 punti che evidentemente, per un'occasione così speciale, devono essere i punti più forti della contestazione complottista nei confronti dei fatti dell'11 settembre 2001.

Noi li esamineremo in questa Perla non sotto il profilo del debunking (i particolari del confronto e le controdeduzioni di Attivissimo possono essere consultati nel sito del giornalista, a questo link e a quest'altro) ma sotto il più leggero profilo di analisi dello stato delle teorie complottiste oggi, dopo 10 anni di incessante (e inconcludente) rottura di balle.

Eccoli qui, i 10 punti di Sertes:

Punto 1: Il Vicepresidente Dick Cheney era nel centro di comando sotto la casa bianca quando il terzo aereo ha colpito il Pentagono? Il Ministro dei Trasporti Norman Mineta dice di si sotto giuramento, il rapporto ufficiale dice di no ignorando la sua testimonianza.

Bene. Ammettiamo che Sertes abbia ragione (e non è così).
E quindi? Che cambia? Mineta si è sbagliato. Quindi? Oppure Cheney era chiuso in bagno in quel momento. Beh? Cambia qualcosa nel fatto che un aereo ha colpito il Pentagono? No.
Questo è addirittura il primo punto nella lista di Sertes!!!
Dopo 10 anni il complottismo è arrivato a questo...

Punto 2: Crollo della torre 1: l'ipotesi di caduta libera dei pezzi di torri fatta nella ricostruzione comunemente accettata è discutibile e scarsamente documentata; eppure il NIST (National Institute of Standard Technology) aveva il mandato di far piena luce su come queste torri sono crollate.

Bene. Secondo Sertes l'ipotesi è discutibile (i migliori ingegneri strutturisti del mondo la pensano diversamente da lui ma è un dettaglio) e scarsamente documentata (sono solo qualche migliaio di pagine di inchieste e analisi...). E quindi? Questo cambia qualcosa nel fatto che la Torre 1 sia crollata? No.

Punto 3: la dinamica di caduta del blocco superiore non e' compatibile con la ricostruzione comunemente accettata. All'inizio del crollo della torre sud la cima del palazzo si è inclinata paurosamente di lato, ma poi tale rotazione si è arrestata senza motivo apparente. Perchè manca la spiegazione ufficiale di questo evento?

Ammettiamo che Sertes abbia ragione (e non è così: le spiegazioni ci sono). Quindi? La torre si è inclinata sì o no? Sì. E' venuta giù? Sì. Sertes mette in dubbio questi due fatti evidenti? No.
Questo è ciò che conta.

Punto 4: Il crollo del palazzo 7 è l'unico caso nella storia di grattacielo con struttura in acciaio ufficialmente crollato per soli incendi. E per tentare di spiegarlo la versione ufficiale è costretta ad introdurre un nuovo fenomeno fisico mai verificato prima: un "crollo progressivo indotto dagli incendi".

Allora. Il WTC 7 è crollato sì o no? Sì. E' il primo grattacielo che crolla così? Sì. Beh? Sertes in che mondo vive? Quanti grattacieli sono crollati nella storia dell'umanità? Mica i grattacieli crollano tutti i giorni! Per fortuna, aggiungiamo noi. Se per la prima volta si è verificato un crollo progressivo indotto da incendi, per la prima volta è crollato un grattacielo per un incendio. La cosa è così banale che davvero non si capisce il motivo per cui Sertes se ne stupisca!

Punto 5: Il crollo del palazzo 7 avviene con 2.25 secondi di caduta libera delle macerie attraverso il percorso di maggior resistenza. Per spiegare questo fenomeno il "crollo progressivo indotto dagli incendi" e' solo l'ultima di tante versioni ufficiali. Non e' che magari anche quest'ultima e' sbagliata?

Chissenefrega. E' venuto giù sì o no? Sì. Sotto gli occhi di tutti. La teoria del crollo progressivo potrebbe essere sbagliata? Certo. Tutto è possibile. Gli esseri umani sbagliano e anche le teorie potrebbero essere sbagliate. Intanto quella al momento spiega quanto accaduto.
Se e quando ce ne sarà una migliore, la nuova teoria sostituirà la vecchia. Resta il fatto che l'intero World Trade Center è andato distrutto, WTC 7 compreso. Punto.

Punto 6: Il NIST (National Institute of Standard Technology) è l'istituto incaricato di fornire le analisi tecniche dei crolli, ma ha dimostrato scarsa serietà e riluttanza nel rispondere alle richieste di informazione dei cittadini. Questo atteggiamento rende sospetta e discutibile la loro ricostruzione.

No no. Semmai si può dire che al NIST sono maleducati, ma per dire che la ricostruzione è sospetta e discutibile bisogna analizzare la ricostruzione e dimostrare che è sbagliata, non basta lamentarsi se non rispondono al telefono.
Chi sarebbero poi i cittadini che richiedono informazioni? Diciamo le cose come stanno: sono i rompiballe complottisti ai quali non vanno bene le 10.000 e passa pagine di spiegazioni pubblicate online dal NIST!!!

Punto 7: Uno studio di chimici professionisti, finora incontestato e passato attraverso un processo di "revisione tra pari" ha dimostrato la presenza di Nanothermite incombusta nei detriti del WTC, un materiale esplosivo e incendiario usato in ambito militare. Come ci e' arrivata al WTC?

La Nanotermite, in parole povere, è alluminio e ruggine. Chissà come ci sono arrivati l'alluminio e la ruggine nei grattacieli metallici del WTC...!!!

Punto 8: La presenza di acciaio fuso nel sito del WTC dimostra temperature di gran lunga superiori a quelle degli incendi, quindi a far sciogliere quell'acciaio dev'essere stato qualcos'altro.

In verità non c'è nessuna evidenza che al WTC ci fosse acciaio fuso. Le Twin Tower sono crollate, non si sono squagliate. Quella dell'acciaio fuso è una baggianata inventata dai complottisti, che poi se la sono contestata da soli.

Punto 9: Per quanto riguarda i danni alla facciata del Pentagono, la American Society of Civil Engineers ha presentato un rapporto in cui l'entità dei danni mostrati nelle fotografie del rapporto non è compatibile con l'ipotesi di un Boeing 757, che avrebbe provocato danni ben più estesi.

Eh. Protestate contro la American Society of Civil Engineers, se il loro rapporto non vi convince.
Sta di fatto che quelli sono tutti ingegneri e secondo loro i danni sono compatibili (a leggere Sertes sembrerebbe di capire che l'ASCE sostiene che i danni non fossero compatibili... invece l'ASCE dice esattamente il contrario).
Ma tutto questo che c'entra con il fatto che il Volo 77 si è schiantato contro il Pentagono?
In fin dei conti è la prima volta che un Boeing si schianta contro il Pentagono (e speriamo sia l'ultima) quindi dobbiamo accontentarci dei danni che abbiamo visto. Ai complottisti non piacciono, li volevano più grossi, più alti, non si capisce bene. Ma non possiamo farci niente, se i danni son quelli che sono.

Punto 10: Le testimonianze raccolte nell’area del Pentagono e le trascrizioni ufficiali dell’Army Center for Oral History indicano che il velivolo che ha colpito il Pentagono è passato su una rotta diversa da quella ufficiale. Anche queste testimonianze sono state ignorate dalla versione ufficiale.

Andiamo con ordine. Innanzitutto le testimonianze e le trascrizioni dicono chiaramente che un Boeing 757, e precisamente il Volo 77, si è schiantato contro il Pentagono.
Dove si è schiantato, lo abbiamo visto: la facciata è quella.
Se qualcuno dice di averlo visto arrivare un po' più a sinistra, qualcun altro dice di averlo visto arrivare un po' più a destra, qualcuno ricorda che era più alto, qualcun altro che era più basso... chissenefrega? Non basta che un testimone ti racconti cosa è successo, pretendi pure che ti tracci la rotta cartografica del velivolo? E poi che altro? Che ti calcoli esattamente quota e velocità?
Guarda, Sertes, che quelli sono testimoni. Mica apparecchiature autovelox.

E dopo 10 anni, siamo a discutere se il Volo 77 è arrivato proprio lungo questa linea, o piuttosto è arrivato due metri più a sinistra, o due metri più a destra?

Francamente, dopo 10 anni di "ricerche" è davvero un quadro misero misero... un povero debunker dovrebbe stare a disquisire se Cheney stava nel bunker della Casa Bianca o nel bagno della medesima struttura, e per quale motivo al NIST sono scortesi con i complottisti...

giovedì 4 agosto 2011

Tragedia di Oslo: altre idiozie di Gianluca Freda

Ormai è del tutto chiaro ciò che è accaduto nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 luglio, a Oslo.
Un pazzoide xenofobo nazionalista di nome Anders Behring Breivik, 32 anni, titolare di un'impresa agricola grazie alla quale si era procurato fertilizzanti chimici idonei – se opportunamente trattati e combinati – a realizzare sostanze esplosive, ha fatto esplodere un ordigno artigianale di grande potenza sistemato all'interno di un'autovettura parcheggiata vicino ad alcuni palazzi governativi, tra i quali l'ufficio del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg.

L'esplosione ha provocato alcuni morti (otto, secondo fonti giornalistiche) e un certo numero di feriti, causando notevoli danni agli edifici circostanti.
Circa un'ora e mezza dopo la strage Breivik ha raggiunto in traghetto l'isola di Utoya, situata nel bel mezzo di un lago a poche decine di chilometri da Oslo e sede di un campo estivo giovanile gestito da un'organizzazione affiliata al partito labourista norvegese, che rappresenta la sinistra socialdemocratica del paese.
Armato di fucile e pistola semiautomatici, legalmente acquistati e detenuti, ha quindi aperto il fuoco indiscriminatamente contro gli ospiti del campo, uccidendone a decine (68, sempre secondo fonti giornalistiche).
All'arrivo delle forze di polizia, Breivik si è arreso senza opporre resistenza.
Il bilancio finale delle vittime ha continuato a crescere in conseguenza della morte di alcune persone che erano state gravemente ferite nel corso dei due attacchi.
Il folle, che già aveva pubblicato su Internet un documento nel quale preannunciava le proprie intenzioni e le motivazioni del gesto, ha confessato addossandosi tutta la responsabilità.
Il quadro della vicenda è quindi chiaro e mostra uno scenario ben delineato sia in ordine agli eventi che alle motivazioni.

Ma c'è gente, come Gianluca Freda - già protagonista di una nostra Perla nel 2009 che è riuscito a vedere il complotto anche in una situazione così lampante.
Come c'è riuscito? Bisogna chiederlo a uno psichiatra.

Ecco cosa ha scritto nel suo blog:

Fin dal termine della Seconda Guerra Mondiale, gli USA hanno ristrutturato la politica europea su basi anti-russe, favorendo in particolare i movimenti socialdemocratici filoamericani e isolando la destra europea anti-statunitense (…) che guarda alla Russia come ideale partner politico ed economico con cui rimpiazzare nel futuro la superpotenza americana in declino. Occorre dunque, ogni volta che sia possibile, demonizzarle (magari definendole “xenofobe” e “antisemite” a intervalli regolari) e screditarle, attribuendo ad esse la paternità di azioni ignominiose.

In parole povere, Freda sostiene che gli americani avrebbero organizzato l'attentato di Oslo per screditare la destra europea filo-russa e anti-americana.
Bisogna essere parecchio imbecilli per immaginare uno scenario simile... ma Freda va oltre: sa indicarci perfino il metodo utilizzato!
Infatti:

Quali metodi hanno utilizzato i servizi segreti per il doppio attentato? (…) Il primo sistema, piuttosto ben rodato, è quello di organizzare, contemporaneamente o a ridosso degli attentati, delle “esercitazioni militari” (…) Questo sistema è stato utilizzato, com’è noto, per gli attacchi dell’11 settembre negli Stati Uniti (...) Stesso discorso per gli attentati a Londra del 7 luglio 2005 (…) Qualcosa di simile è avvenuto per l’attacco “con autobomba” nel centro di Oslo (…) L’attacco era stato anticipato, mercoledì scorso, da una tipica “esercitazione” della polizia antiterrorismo proprio nel centro di Oslo.

Bene, uno dei nostri più attenti lettori, Skybuck, ha scoperto che la famosa esercitazione che secondo Freda sarebbe avvenuta "mercoledì scorso", in realtà risale al marzo del... 2010!

Questo è il link postato da Freda dell'articolo di stampa che parla dell'esercitazione e questo è il relativo shot:


Quest'altro è il link all'articolo originale completo (qui la copia di backup), e questo è il relativo shot di parte dell'articolo, dal quale si evince che esso è stato pubblicato il 17 marzo 2010:


In altre parole: o Gianluca Freda ha mentito per sostenere la sua ipotesi di complotto, oppure è così imbecille da non essersi reso conto che l'articolo secondo lui pubblicato "mercoledì scorso" era stato pubblicato "un anno e mezzo fa"!

Qui il link alla scoperta di Skybuck, che ringraziamo tantissimo.

Inutile dire che l'articolo di Freda è stato acriticamente riportato su parecchi siti, tutti campioni di menzogne e idiozie, come Luogocomune, Megachip, Stampa Libera, Comedonchisciotte e così via... ci sono proprio tutti, l'intera banda di idioti al completo.

Del resto, Freda non è stato l'unico a scrivere queste fregnacce.
La strada l'aveva tracciata il "super complottista" Webster Tarpley, e già si parla di testimonianze secondo cui “sono sicuro che si sparasse da due punti diversi dell'isola contemporaneamente”, proprio come con il caso Kennedy.

Stringi, stringi, i morti di Oslo serviranno a rimpolpare vendite di libri e film che meriterebbero di finire direttamente nella spazzatura e faranno guadagnare un po' di dollari (o euro) racimolati tra convegni e conferenze complottiste, una manna dal cielo visto che il decennale della tragedia del 9/11 è alle porte e un simile antipasto è ideale per rinfrescare un piatto ormai stantio.

E' un complottismo sciacallo e vigliacco: sciacallo perché sfrutta la disperazione, la tragedia e la paura; vigliacco perché non ha il coraggio di ammettere che gli autori di certe nefandezze sono spesso espressione di quelle stesse ideologie che sono alla base del complottismo.

Anders Behring Breivik è della stessa pasta di tanti complottisti, e in particolare quelli di ideologia neonazista, antisemita, antiamericana.

Un'ultima considerazione: la vicenda dimostra che non c'è nessuna prova che possa mai convincere un complottista della bontà della verità che va contestando.
Chiedono prove... chiedono filmati... a Oslo c'è tutto: prove, testimoni, filmati, un reo confesso...
Ma non c'è niente da fare: sostengono che è un complotto.
Buffoni.