giovedì 18 agosto 2011

Dopo Freda ritorna anche Antonio Caracciolo

La strage di Oslo, compiuta da un pazzoide estremista di destra, ha innescato numerose reazioni tra alcune nostre vecchie conoscenze. Poco tempo fa abbiamo parlato di Gianluca Freda, oggi è la volta di Antonio Caracciolo, professore universitario e curatore di innumerevoli blog tra i quali Civium Libertas, sul quale ha pubblicato uno dei suoi soliti interminabili post (sono così lunghi che dal titolo alla coda scatta il fuso orario) intitolato "Attacco terroristico a Oslo: chi è stato?".

La domanda è palesemente idiota.
Gli unici a porla, infatti, sono quelli che non vogliono ammettere che un estremistra di destra - matto da legare come tutti gli estremisti - abbia fatto strage di innocenti, peraltro con l'intento di "punire" i sostenitori della causa palestinese.
Di questi tempi, infatti, una larga parte dell'estrema destra guarda con particolare favore all'Islam e al nazionalismo arabo, in chiave antisemita.
Infatti quello di riuscire a eliminare tutti gli ebrei (e negare di averlo fatto) è un vecchio pallino della destra più estremistica che non perdona ad americani e inglesi di aver mandato in buca i progetti di Hitler.
Voi direte: a ben vedere furono soprattutto i sovietici a rovinare i piani dei nazisti, prima ancora che americani e inglesi. Vero, ma dato che anche i sovietici avevano una certa predisposizione a far strage di ebrei, i neonazisti li hanno perdonati.

Anders Behring Breivik, il pazzoide di Oslo, è un estremista di destra apparentemente anomalo nel contesto: anzichè odiare gli ebrei al punto di allearsi agli islamici, odiava gli islamici al punto di tifare per Israele.

Niente di particolarmente strano, in fin dei conti. Un estremista islamico, una volta spazzati via gli ebrei, non tarderebbe a tagliare la gola ai cristiani. Allo stesso modo un estremista di destra, spazzati via gli ebrei, non tarderebbe a fucilare gli islamici.

Ma in questo momento, finchè ci sono gli ebrei, c'è un terreno comune di intesa tra estremisti di destra ed estremisti islamici.

Breivik ha semplicemente cambiato la scaletta, ma tanto basta affinché qualcuno cerchi di intorbidire le acque per sviare l'attenzione e tentare di incolpare qualcuno che non c'entra nulla.

Caracciolo scrive (qui il link alla copia archivio del suo post):

Il titolo di questo post è volutamente identico ad altro, che si trova sull’aggregatore «Come don Chisciotte» e che è il primo articolo che ho letto. Questo post sarà destinato non a dare l’informazione che altre fonti daranno certamente meglio di quanto io possa fare, ma a cercare di analizzare l’uso mediatico che di questa tragedia verrà fatta e si sta già facendo. Se posso dire la prima cosa che mi viene in mente, ma senza nessun fondamento e quindi senza nessun valore: sono io a dirlo, è che vi sia dietro il Mossad ed Israele, come anche credo nello stesso modo che la morte di Vittorio Arrigoni sia riconducibile ad Israele.


Ecco che la strage perpetrata da un estremista di destra viene attribuita (nel pensiero di Caracciolo) al Mossad e a Israele!
Addirittura anche la morte di Arrigoni, sequestrato e assassinato da frange palestinesi, viene attribuita a Israele.

Nemmeno questa è una novità: per gli specialisti della disinformazione, qualsiasi avvenimento è sempre colpa di Israele (o degli USA amici di Israele), non si scappa.

La Perla vera e propria, però, arriva quasi in fondo al lunghissimo e tedioso post di Caracciolo:

Pare che Breivik – così si chiama – non abbia agito da solo. Testimoni affermano di aver visto almeno un’altra persona sparare. Ma questi sono dati che ci darà la cronaca e noi non faremo altro che prendere atto dei fatti accertati, o ritenuti tali.


Bene. Si dà il caso che i fatti accertati (il "ritenuti tali" è tipica espressione complottista) confermano che il pazzoide ha agito da solo e il contesto che ha partorito quel folle gesto è fatto di altri pazzoidi come lui.
Quindi, stando alle sue stesse parole, Caracciolo dovrebbe prendere atto della cosa.
E invece no, si contraddice subito dopo:

Noi ragioniamo per ipotesi e considerazioni astratte. Che vi siano più persone ed organizzazioni dietro la strage ci fa riflettere più sul bersaglio simbolico e politico che non sugli autori, che diventano certi quanto certo è il bersaglio.


Senza attendere i "dati che ci darà la cronaca" (cronaca un fico secco, peraltro: c'è un reo confesso, ci sono prove incontestabili e c'è un giudizio penale) e in netto contrasto con essi, Caracciolo già dà per scontato che ci siano "più persone e organizzazioni dietro la strage" e parte con le sue conseguenti riflessioni!

Riflessioni peraltro incomprensibili:

La meccanica dei fatti si sottrae alle nostre possibilità di conoscenza e verifica. Ma del “bersaglio” che ci viene indicato come tale in ogni momento noi sappiamo già tutto quello che occorre sapere. Sappiamo chi sono i creatori e descrittori del bersaglio, dove ci vogliono condurre, di quali mezzi dispongono, incluso la corruzione, il ricatto, l’aperto minaccia oltre che l’assassinio politico, dichiarato o coperto. E qui rientra come vittima il nostro Vittorio Arrigoni, che non potremo mai dimenticare.


Ci capite qualcosa? Meccanica dei fatti, descrittori del bersaglio, assassinio politico... Forse aveva mangiato pesante quando ha scritto queste riflessioni filosofiche.
L'unica cosa che si capisce bene è che non potrà mai dimenticare Vittorio Arrigoni, l'attivista filopalestinese sequestrato e ucciso da un gruppo estremista islamico a Gaza.

E fa proprio bene a non dimenticare Arrigoni, perché la sua morte testimonia che c'è gente affatto ingrata nei confronti di chi l'aiuta... un po' come la serpe che morde la mano che la nutre.
A uccidere Arrigoni sono stati proprio gli estremisti islamici tanto cari a Caracciolo e non certo gli odiati nemici israeliani.

Ringraziamo G. per la segnazione.