Eh sì... i bei tempi della propaganda politica, quella vera, fatta di sguardi e proclami lanciati per dominare le folle; fatta di indici puntati in direzione degli obiettivi da raggiungere, proprio come in questo vecchio manifesto.
C'è chi rimpiange quei tempi di "alta democrazia"...
...e c'è chi li rimette in pratica, producendo film che, sotto le mentite spoglie di voler documentare verità nascoste, vogliono essere uno strumento di propaganda politica.
E' questo il caso di Zero, l'ennesimo trash-movie che promette di rivelare una scottante verità sull'11 settembre 2001, concepito da un'allegra e variegata combriccola capeggiata dal giornalista europarlamentare Giulietto Chiesa (nella foto).
[Come dite? Nella fotografia in alto? No... il personaggio rappresentato nel manifesto è un'altra persona.]
Che il film sia uno strumento politico non lo diciamo certo noi, sia beninteso.
Lo sostengono gli stessi produttori, nella newsletter "Il film Zero: cosa stiamo facendo", datata 16 gennaio 2008 e pubblicata da Megachip.
Leggiamone assieme alcuni passaggi (i grassetti sono nostri):
"Cari amici e simpatizzanti di Zero,
ci scusiamo innanzitutto per la pausa di relativo silenzio che si è determinata con le festività natalizie e del nuovo anno. Riassumiamo qui le informazioni essenziali perchè - questo vale in primo luogo per gli azionisti del film - sappiate cosa è successo nel frattempo e quali sono i passaggi che vogliamo realizzare, con il vostro aiuto.
Ecco come ci siamo mossi fino ad ora.
Dopo il festival di Roma si sono avviate diverse trattative con i distributori per verificare le possibilità di una distribuzione nelle sale cinematografiche. E' emerso, dopo lunghe tergiversazioni, in parte probabilmente create da difficoltà politiche, che nessun distributore nazionale ha avuto il coraggio di distribuire "Zero"."
Dunque, una "pausa di relativo silenzio"...
Relativo a cosa? E' stato un silenzio tombale, altro che silenzio.
E meno male che era stato presentato come il film che "rompe il muro del silenzio".
A quanto pare, nessun distributore se l'è filato, questo film.
Secondo gli autori, ci sarebbero sotto motivi politici.
Sarà mica, invece, perché il film contiene "oltre 60 errori fondamentali, molti dei quali sono incredibilmente dilettanteschi", come spiega il giornalista anti-bufala Paolo Attivissimo in questo articolo sul sito Undicisettembre?
"Comunque il ritardo nell'avvio della programmazione è stato determinato in primo luogo da questa trattativa, che ci impediva, prima della sua conclusione, di cominciare una distribuzione autonoma, nostra. In secondo luogo c'è stata una scelta: quella di non far uscire "Zero" in concorrenza con le commedie natalizie."
Questa è una delle scuse più ridicole e banali mai scritte.
Scusate, signori produttori, se avete appena detto che nessuno ha avuto "sufficiente coraggio" per distribuire il vostro film, cosa c'entra il periodo natalizio?
Se dovete raccontare favole, almeno fatelo con coerenza.
Dite: "Siccome era Natale, abbiamo aspettato a proporre il film".
Ma se avete appena scritto che "L'abbiamo proposto e ce l'hanno tirato dietro" non potete uscirvene poi con la storiella di Natale e della Piccola Fiammiferaia!
"In terzo luogo durante novembre e dicembre si sono dovuti affrontare alcuni problemi di riedizione, dovuti al fatto che alcune immagini presenti nella versione presentata al festival ci sono poi state negate dai loro proprietari.
Il che ci ha costretti a operare alcuni rimaneggiamenti, decisivi per evitare pericoli futuri di sequestro della pellicola."
Voi lettori, come interpretate questa parte?
A noi suona come un modo elegante per dire: "Abbiamo usato immagini senza le relative autorizzazioni, e quando i loro autori se ne sono accorti, abbiamo dovuto toglierle".
"Altre modifiche sono state rese necessarie per apprestare il film a una utilizzazione televisiva e, in prospettiva, homevideo etc."
Anche questa sa tanto di scusa.
Egregi produttori, ma avete fatto una sola copia del film e ve la passate di mano in mano?
Perché, con tutta la più buona volontà, non si capisce la ragione per cui non si possa lavorare a una copia per adattarla alla TV e a una per adattarla all'Homevideo, mentre quelle per il Cinema fanno il cammino che devono fare...
"Il che ha prolungato i tempi di lavorazione, insieme alle necessità di un nuovo mixaggio."
Mah...! Sarà anche così, eppure ha un retrogusto molto poco convincente. Piuttosto, non è che state eliminando le baggianate più grosse evidenziate sul sito Undicisettembre?
"Tutte queste modifiche non hanno minimamente compromesso la fisionomia del film e l'hanno anzi dinamizzata e ripulita di alcune lungaggini non essenziali."
Già! Talmente "dinamizzata e ripulita" che secondo "JoKappa", uno fra i 30-40 spettatori della prima proiezione, "il film è risultato in diverse parti montato male, scene e frasi interrotte a metà, traduzioni e sottotitoli mancanti, quasi come se il tutto fosse stato fatto in fretta per darlo velocemente in pasto al pubblico".
"In ogni caso nulla andrà perduto e verrà successivamente recuperato all'interno del DVD che produrremo appena terminato il grosso della distribuzione che siamo in procinto di lanciare su scala nazionale e internazionale."
Il grosso della distribuzione? Ma se avete appena finito di dire che i distributori non l'hanno voluto, come lo distribuite il film?
Ma è consolante sapere che "nulla andrà perduto". Questo sì che è lo spirito del vero riciclaggio: non si butta via niente! E dopo due anni di indefesso lavoro chissà quanto materiale... non basteranno tre DVD.
"Il film "Zero" è uno strumento politico potente, che non esaurirà la sua valenza nei prossimi mesi."
Ahiii! Si scoprono gli altarini.
Altro che film inchiesta: è "uno strumento politico", addirittura "potente".
E dopo un'ammissione così esplicita andate piagnucolando e insinuate con aria scandalizzata che i distributori potrebbero avervi chiuso la porta in faccia per motivi politici?
Lamentele piuttosto curiose, se non sembrassero così sfacciatamente bigotte...
Anche perché la differenza tra film politico e strumento politico è sottile ma fondamentale.
Un film politico è un film che tratta temi politici.
Un film che si prefigge lo scopo di essere strumento politico invece è un film che serve per raggiungere un fine politico. Per fare propaganda, a dirla tutta.
Non è esattamente qualcosa di cui andare fieri, sapete?
"La domanda del pubblico, come dimostrano le prime proiezioni realizzate, è altissima. Dunque lavoriamo per soddisfarla."
Ma per piacere... ma di quale "altissima" richiesta di pubblico andate farneticando?
La prima proiezione l'avete fatta in un circolo-bar e la seconda in un ex-mattatoio, in tutto un centinaio di persone (per i dettagli qui)!
"Ma noi disponiamo già della copia italiana per la distribuzione alternativa che è già stata avviata."
Come sarebbe che disponete "già" della copia italiana?
E' tutto in italiano, il film, bella forza.
O lo avete preso dalla Cina e avete dovuto tradurlo?
"ABBIAMO BISOGNO CHE OGNUNO DI VOI SI PRODIGHI PER ORGANIZZARE UNA PROIEZIONE DI ZERO NEL SUO TERRITORIO"
Cioè, state chiedendo agli azionisti, a coloro che vi hanno finanziati per realizzare e distribuire questo film, di occuparsi del lavoro che dovreste fare voi?
Bella faccia tosta...
"Ovviamente stiamo parlando di proiezioni a pagamento,"
Ovviamente. Gli azionisti hanno speso "appena" 500.000 euro per un film che doveva sbancare nelle sale cinematografiche. E adesso devono anche rimboccarsi le maniche per organizzarvi le proiezioni, e in più se le devono anche pagare!
"Le modalità di questo aspetto economico, vitale per l'intera operazione, verranno specificate nei contatti telefonici diretti.
Scrivete e mettetevi in contatto con noi ."
Uhm, nemmeno i costi delle telefonate volete scucire?
Prima dite agli azionisti che vi accorderete direttamente per telefono... poi gli dite "mettetevi in contatto", scriveteci!
Avranno fatto i salti di gioia, gli azionisti, nel ricevere questa newsletter...!