giovedì 14 luglio 2011

Nicola Lagioia contro Babbo Natale e la Coca Cola


Di recente il quotidiano La Repubblica ha reso disponibile per un periodo limitato (fino al 4 luglio) il download gratuito del libro Babbo Natale, scritto da un certo Nicola Lagioia ed edito da Fazi alcuni anni fa, nel quale si sostiene che Babbo Natale è un complotto della Coca Cola.

C'è gente che deve avere qualche forma patologica di invidia e repulsione nei confronti di chi riesce a vivere momenti spensierati: il 4 luglio è la festa dell'indipendenza degli Stati Uniti; Babbo Natale è a sua volta simbolo di festività natalizie, di regali e di allegria; la Coca Cola è una bevanda associata al divertimento e alle pause ristoratrici.

Se poi aggiungiamo che tutti e tre gli elementi (4 luglio, Babbo Natale e Coca Cola) hanno un forte sapore americano che provoca dolori di fegato a chiunque sogna la rivoluzione di classe con forche e forconi (meglio ancora con esplosivi e Kalashnikov) non c'è da meravigliarsi della scelta di Repubblica, sia quanto a soggetto che quanto a collocazione temporale.

In ogni caso, essa ci fornisce occasione per parlare di questo libro e in generale dei complottisti che sostengono che Babbo Natale sarebbe un'invenzione commerciale creata dalla Coca Cola per aumentare a dismisura il proprio fatturato e per conquistare il mercato delle bibite destinate ai più piccoli.

Come si è detto, il libro di Lagioia è stato offerto in download gratuito fino al 4 luglio, ma spulciando qua e là abbiamo scoperto che si può ancora scaricare dal sito di Repubblica a questo link.

In pratica Nicola Lagioia sostiene che Babbo Natale, come lo conosciamo oggi, era un personaggio pressoché sconosciuto finché la Coca Cola – nel 1931 – decise di utilizzarlo come icona pubblicitaria per la propria bibita.
Da quest'operazione di marketing, studiata per favorire il consumo della bevanda tra i più piccoli, sarebbe nato il Babbo Natale moderno (barba bianca, abiti rossi e bianchi, sacco dei regali, slitta e accessori vari) poi diffuso in tutto il mondo.

Trascriviamo qualche passaggio tratto dal libro:


Nicola Lagioia

"Babbo Natale, come lo conosciamo noi, è un’invenzione della Coca-Cola [...]
nel 1931 [...] la Coca-Cola ridisegnò a proprio uso la figura di Babbo Natale candidandolo con successo clamoroso come proprio testimonial [...]
La “riscrittura” e il “lancio” planetario di Santa Claus come testimonial della Coca-Cola è stato un crimine perfetto quanto a falsificazione della realtà storica [...]".

E leggiamo ora qualche recensione pubblicata sul sito dell'editore:

Sergio Rotino

"Uscito poco prima di Natale, questo libro di Nicola Lagioia non è né un romanzo né uno dei tanti gadget che intasano le librerie fra dicembre e gennaio. Il Babbo Natale di Lagioia non entra - se non indirettamente - in questa fascia di mercato, offrendoci invece un vero e proprio viaggio attraverso l'evoluzione della figura di un sedicente santo (Nicola, Klaus, Claus), praticamente da sempre al servizio della bottiglietta da 33 cl della Coca-cola Company."

Goffredo Fofi

"Babbo Natale è arrivato in Italia non dalla Scandinavia ma da Hollywood Usa e, come ora scopro da un divertente e informatissimo excursus di Nicola Lagioia, sponsorizzato nientepopodimenoche dalla Coca-Cola [...]
Lascio ai lettori del libro il gusto di scoprire i passaggi americani dal Babbo Natale delle tradizioni europee a quello imposto dalla Coca-Cola, che ne ridisegnò la figura e i vestiti e gli mise puttanescamente in mano la fatidica bottiglietta negli anni '20 del '900, sino ad allora vietata ai bambini…"

Giuseppe O. Longo

"Adottando Babbo Natale come testimonial, l’azienda aggirava la legge che proibiva le pubblicità in cui comparissero bambini sotto i 12 anni e, insieme, sfruttava l’universalità di Santa Claus per diffondersi ovunque, imponendo la propria sopravvivenza agli uomini-consumatori..."

Elena Dallorso

"Sarete sorpresi di scoprire che San Ni-cola, nato in Licia (Turchia) intorno al 270 d.C.. ha poco a che fare con il Babbo Natale vestito di rosso,"nato" secoli dopo, per risolvere una que-stione di marketing: togliere, dalle pubbli-cità della Coca Cola, i bambini. Una legge proibiva di usare foto di minori di 12 anni che bevessero una bi-bita a base di caffeina."

Tutto chiaro sin qui?

Bene, partiamo dal fatto che la Coca Cola avrebbe usato Babbo Natale per aggirare una legge che vietava le pubblicità di bibite con caffeina con i bambini.

Questo è assolutamente falso.
Non esiste né è mai esistita una legge del genere né quando la Coca Cola fu lanciata sui mercati e né prima, né dopo.

E badate bene, non lo diciamo noi di Perle, ma lo dice lo stesso autore del libro.

Infatti a pag. 36 Lagioia illustra l'esito del processo vinto nel 1911 dalla Coca Cola contro chi voleva vietarne la vendita, e spiega che dopo il 1911:

“una legge non scritta ma destinata a decadere dopo ben settant’anni proibì l’utilizzo di materiale pubblicitario in cui ci fossero bambini di età inferiore a dodici anni nell’atto di bere Coca-Cola”.

Una legge non scritta?
Che cosa significa? Come possiamo verificare l'esistenza di una legge non scritta? E come può una legge (non scritta!) essere “tagliata su misura” sulla Coca Cola, quando una delle caratteristiche fondamentali di qualsiasi legge è quella di essere generale e astratta?

E' evidente che siamo in presenza di un'affermazione partorita della fantasia di Lagioia, una sua ipotesi, una sua interpretazione del comportamento degli uffici commerciali della Coca Cola.

Infatti, se osserviamo gli slogan pubblicitari della Coca Cola nel corso dei decenni notiamo che la pubblicità ha semplicemente preferito puntare su altri target: soprattutto adolescenti e giovani, il che è abbastanza normale vista la natura del prodotto (ai bimbi più piccoli si preferisce dare bevande più salutari, come acqua, latte, succhi di frutta... possibile che Lagioia non sappia queste cose?).

Ciò non toglie che la Coca Cola ha fatto pubblicità con i bambini, dal 1911 ai giorni nostri, come dimostra bene il collage che abbiamo creato dalle immagini tratte da questa pagina del sito del produttore:


Ne ha fatta poca, ma ne ha fatta.

Lagioia, quindi, pur di sostenere la sua teoria (che Babbo Natale fu creato dalla Coca Cola per vendere la bibita ai bambini) si è inventato di sana pianta una “legge non scritta”.
Una legge che – come abbiamo visto – non esiste: né in forma scritta né in forma non scritta.

Dal canto loro, Goffredo Fofi, Giuseppe Longo e Elena Dallorso hanno persino stravolto il testo di Lagioia e la sua fantasiosa “legge non scritta” trasformandola in una legge vera e propria!

Lasciamo ai lettori l'onere di valutare se si tratti di mala fede o semplice ignoranza.

Noi pensiamo che sia quanto meno singolare che ben tre giornalisti (citati da noi, ma chissà quanti altri) abbiano ripetuto lo stesso identico errore nel riportare il testo di Lagioia. Dobbiamo quindi concludere che quelle recensioni siano il frutto di scopiazzature e che ben pochi abbiano davvero letto il libro.

Tra l'altro, il principale argomento di contestazione contro la Coca Cola (il contenuto di caffeina) è semplicemente ridicolo.

Infatti una lattina di Coca Cola contiene circa 45 milligrammi di caffeina, il che è più o meno il contenuto di caffeina di una fetta (80 grammi) di torta al cioccolato o di una mezza stecca (50 grammi) di cioccolata (analisi tratta dal documento Composizione e conservazione del Laboratorio cantonale).

Non c'era, quindi, alcuna ragione di proibire la Coca Cola così come nessuno si sognerebbe di proibire la cioccolata. Difatti la Coca Cola vinse la causa intentata nei suoi confronti.

L'altra grande "rivelazione" di Lagioia, secondo cui Babbo Natale come lo conosciamo oggi (barba bianca, vestiti rossi, regali) è stato inventato di sana pianta dalla Coca Cola, è un'ulteriore colossale corbelleria.

Infatti in molte tradizioni “Santa Klaus”, alias San Nicola, alias Babbo Natale, è rappresentato esattamente così come lo vediamo oggi sin da prima del 19° secolo, come dimostra la tradizione secolare olandese di Sinterklaas di gran lunga antecedente all'invenzione della Coca Cola.

Anzi, sono stati proprio gli olandesi a esportare Sinterklaas, il Babbo Natale che conosciamo oggi, in America e negli Stati Uniti!

Quindi non è vero che gli americani abbiano imposto agli europei la propria immagine di Babbo Natale, ma è vero l'esatto contrario!

Un ultimo appunto, prima di chiudere questa Perla dedicata al “complotto della Coca Cola e di Babbo Natale” tanto caro a Nicola Lagioia.

Sergio Rotino nella sua recensione scriveva che San Nicola è un “sedicente santo”.

Beh no.
San Nicola è un Santo con la S maiuscola, riconosciuto dalla Chiesa e venerato in moltissimi paesi nel mondo.
Non è nemmeno sedicente perché non si è certo fatto santo da solo, ma lo hanno beatificato.
E' esistito davvero, tant'è che le sue spoglie sono conservate nell'omonima Basilica a Bari, in Italia.
Quindi è un Santo, come tanti altri Santi tradizionali.
E pertanto, Sergio Rotino ha scritto una madornale idiozia.

Tra uno scrittore che si inventa leggi “non scritte” e giornalisti che ne recensiscono il libro con tanta superficiale approssimazione e ignoranza, non ci meravigliamo se alla fine abbiano deciso di darlo via gratis pur di rifilarlo a qualcuno.

Attenzione, però: Lagioia non può vantare nemmeno la dote dell'originalità della bufala, perché la sua teoria è riportata da molti altri autori in opere (stampate e/o WEB) sia antecedenti che successive alla sua, sia gratuite che a pagamento.

Meglio berci sopra, allora.
Una Coca Cola ghiacciata con una fettina di limone ci starebbe decisamente bene con il caldo di luglio...

Ringraziamo per la segnalazioni: Corvette, Antonietta90, T.A.


Aggiornamento (6 agosto 2011)

Riceviamo e pubblichiamo volentieri, con il consenso del mittente, la seguente mail:

"Carissimi,
ho letto il pezzo Nicola Lagioia contro Babbo Natale e la Coca Cola, che mi chiama in ballo.
Devo dire che, a distanza di qualche annetto, mi è difficile ricordare il perché e il per come di una recensione.
Posso però sicuramente affermare di aver letto il libro, anche se non ho più la recensione completa che scrissi a suo tempo.
Non posso quindi confrontarla con le "perle" che mi attribuite.
Di sicuro una di queste "perle" lascia sgomento anche me, visto che sono nato in Puglia e san Nicola so benissimo essere santo patrono... quindi quel "sedicente" dev'essermi o sfuggito nella revisione oppure usato perché si appoggia a parte del testo non presente in quanto citate.
Di sicuro il libro a suo tempo l'ho letto. Di sicuro, come recensore (e non come critico) ho desunto le informazioni dal suddetto, trovandole plausibili.
Quanto ora scrivete apre una finestra nuova, ma verso quanto scritto dall'autore non contro il lavoro dei giornalisti, come sembra invece vogliate fare.
Inoltre, dire che siamo complottisti e malfidati, capaci solo di approssimazione e ignoranza mi pare una esagerazione iperbolica... tendente a farmi pensare che voi siate malfidati e forse un tantinello presuntuosi. La nostra fallacia non è la vostra infallibilità. Fortunatamente.
Se ho sbagliato, l'ho fatto in buona fede. Senza supponenza alcuna.
Scusate questa chiusa polemica, se potete.
Un saluto e continuate a tirarci le orecchie (ma senza definirci complottardi, per favore).

Sergio Rotino"



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