giovedì 29 novembre 2007

Il Nuovo Secolo Americano di Babbo Mazzucco

E' arrivato, finalmente, dopo essere stato tanto pre-annunciato!!!

E' lui, il nuovo "Film" (insomma, qualcosa di simile) di Massimo Mazzucco!

Come dite? La Verità di Cristallo? Sì... cioè no... boh... vediamo lui che dice nella presentazione agli "amici di Luogocomune" (che nel frattempo continuano a inviargli soldi per comprarsi qualcosa da mangiare):

"Il film che tutti conoscevate come “La Verità di Cristallo” è finalmente terminato. Uscirà però con il titolo “Il Nuovo Secolo Americano”, che risultava molto più appropriato rispetto ai contenuti."

Certo che dev'essere stato un cambiamento notevole di contenuti, visto che il nuovo titolo non c'entra nulla con quello precedente. E' come a dire che uno, dopo aver rotto per anni le castagne preannunciando un film intitolato: "L'Africa Nera", alla fine lo presenta con il titolo "La verità su Goldrake e Mazinga".

"“Il Nuovo Secolo Americano” ha esordito tre settimane fa al Festival di San Paulo, in Brasile..."

Accidenti, l'hanno avvisato un po' in ritardo che l'avevano proiettato...

Dal Brasile: "Pronto, senor Mazuco?"
Da Los Angeles: "Mazzucco! Non Mazuco. Sì sono io!"
Brasile: "Hola senor Mazuco, abbiamo proiettato il suo film, tre settimane fa!"
Los Angeles: "Mazzucco. E me lo dite adesso? Com'è andata, c'era molta gente al Direct TV Music Hall?"
Brasile: "Oh sì era pieno... infatti il film abbiamo dovuto proiettarlo nel bar a fianco..."

"Pur trattandosi ancora di una copia lavoro, i risultati sono stati incoraggianti: alla fine del Festival gli organizzatori hanno dovuto programmare una proiezione supplementare, a richiesta del pubblico che non era riuscito a vederlo in quelle normali."

Los Angeles: "Capisco... e com'è andata?"
Brasile: "Abbiamo dovuto fare una proiezione supplementare... molte proiezioni supplementari, senor... porque la gente non riusciva a capire... il film era dificil de comprender..."
Los Angeles: "In che senso, scusi...."
Brasile: "Non si capiva, senor... il film non si capiva... l'abbiamo dovuto proiettare per tre settimane... a velocità ridotta... come dite voi... alla moviola... per questo la chiamo adesso..."

"Il film è già in lista per una possibile selezione al prossimo Festival di Miami (febbraio)."

Los Angeles: "Caro Babbo Natale... ti scrivo la mia solita letterina con la lista dei miei desideri... vorrei che il mio film partecipasse al Festival di Miami..."

"In Italia sarà disponibile in libreria a partire dai primi di febbraio (Macroedizioni)."

In libreria: "Mamma perché c'è un film in mezzo allo scaffale dei libri?"
Mamma: "E' per quelli che non sanno leggere, tesoro..."

"Nel frattempo ci siamo accordati con l’editore per stampare un centinaio di copie che i lettori di luogocomune potranno acquistare sin da adesso."

Los Angeles: "Allora mi raccomando, fatene almeno duecentomila copie..."
Italia: "Cala... cala..."
Los Angeles: "Centomila?"
Italia: "Cala... cala..."
Los Angeles: "Ma scusate... questo è un film che farà la storia..."
Italia: "Sì sì... lo sappiamo... ma vedi, avevi detto la stessa cosa per Inganno Globale... senti, ne facciamo un centinaio di copie, vedi se riesci a piazzarle almeno a qualcuno lì nel tuo sito..."

"Le spedizioni partiranno dall’Italia, ma è necessario che inizino entro una decina di giorni al massimo, per arrivare in tempo a chi intende farne (o farsi) un “regalo di Natale”"

Lapponia: "Babbo Natale, già di ritorno?"
Babbo Natale: "Non me ne parlare... ma chi è che mi ha dato questi film da regalare a Natale? Appena mi vedevano arrivare nel camino correvano ad accendere i tizzoni..."

Nota: la vendita del DVD compare causalmente(*) a seguito della richiesta di sostegno per il sito

Programmatore1: "Ma come è finito questo pezzo di codice nella pagina di sostegno?"
Programmatore2: "Del tutto casualmente... giuro! Stavo scrivendo al PC il codice quando all'improvviso mi è caduta la tazza di caffè sulla tastiera, e così si è aperto il programma di compilazione che ha aperto a sua volta il codice della pagina di sostegno... mentre toglievo la tazza devo aver inavvertitamente fatto un copia e incolla del codice di vendita del DVD sul codice della pagina di sostegno... e mentre pulivo i tasti dal caffè devo aver premuto SAVE e poi INVIA"...



(*)Notare il freudiano lapsus "causalmente" anziché "casualmente"...

Nota per gli utenti di Luogocomune: i dialoghi nei riquadri sono di pura fantasia.


Attenzione: se leggi questo post su un sito Web diverso da Perle Complottiste, è possibile che tu stia leggendo una riproduzione non autorizzata e i contenuti potrebbero differire da quelli originali.

martedì 27 novembre 2007

Zero: dalle stelle alle stalle

"Abbiamo in lavorazione un altro film, pensato per il cinema e la televisione"...

Così scriveva Chiesa, quando parlava del film che avrebbe dovuto "rompere il muro del silenzio": Zero.

Come la nuova Coca-Cola.

Solo che quest'ultima fa più rumore quando la stappi, visto che il film di Chiesa, destinato a imperversare su cinema e televisione, si è trasformato in un "documentario" da dopolavoro ferroviario.

"Si è conclusa la fase di realizzazione del film documentario “Zero - Inchiesta sull’11 settembre” ed è iniziata la distribuzione indipendente del film in tutta Italia. Uno sforzo impegnativo, per il quale sarà fondamentale anche il supporto organizzativo di singoli, gruppi e associazioni, così come fondamentale è stato il ruolo delle centinaia di coproduttori nel finanziare il progetto.
Oltre alla semplice visione del documentario si potranno organizzare anche dibattiti e incontri con gli autori del film: Giulietto Chiesa, i registi Franco Fracassi e Francesco Trento, il produttore Thomas Torelli e altri che hanno lavorato all’inchiesta.

Le proiezioni saranno necessariamente a pagamento per garantire il finanziamento indispensabile alle attività di distribuzione, promozione e supporto organizzativo."

Chissà cosa ne penserà il popolo dei "co-produttori", cittadini qualunque che hanno investito ciascuno 500 euro per comprare una quota del "film" e dividere i ricavi dei botteghini.

Vediamo cosa dicevano sul sito, prima che lo cambiassero (la nuova versione è stata pubblicata in questi giorni). In grassetto il testo della citazione:

"Un film come questo pesta molti piedi e dà molto fastidio..."

Questo è sicuro: circoli e dopolavori ferroviari sono molto affollati e spesso gli spettatori restano in piedi...

"Per garantire l'indipendenza del film e per riuscire a portarlo al cinema anche senza il sostegno di grandi produzioni, abbiamo deciso di aprire la proprietà del film al pubblico. Chiunque può acquistare un pezzetto del film in lavorazione, contribuendo col proprio denaro a portarlo nelle sale, e allo stesso tempo assicurandosi una fetta dei guadagni che il film realizzerà."

Cinema, denaro per portarlo nelle sale... forse intendevano sale da biliardo?

"Come DIVENTARE COPRODUTTORI e CONTRIBUIRE per AIUTARCI"

Aiutarli sì, ma in che senso? 1000 quote da 500 euro aiutano tantissimo... indubbiamente...

"- Potete fare versamenti a fondo perduto, usando Paypal e la vostra carta di credito, qui a fianco;"

Decisamente a fondo perduto... per sempre...

"- Potete partecipare al gruppo dei PICCOLI PRODUTTORI, investendo da un minimo di 100 euro ad un massimo di 499;
- Potete diventare COPRODUTTORI a tutti gli effetti, versando 500 euro o multipli di 500 euro."


Insomma potevano scegliere se prendersi una "piccola" fregatura, o una fregatura a tutti gli effetti...

"Andiamo nel dettaglio e spieghiamo:
1 - Il 100% del film vale 500.000 €. Tale ammontare è suddiviso in 1.000 quote da 500 €, che corrispondono ognuna allo 0,1% del totale. Per partecipare alla produzione, essere COPRODUTTORI, bisogna versare almeno 500 € o multipli di 500 €. I coproduttori partecipano ai guadagni complessivi del film in proporzione alla percentuale acquistata."


Quanto fa un tot-per-cento di... Zero?

C'è poi chi si era illuso che Zero avrebbe lasciato senza parole i "debunker", come gorgoglia il giornalista Enzo Modugno sul Manifesto:

"Non sono stati capaci dunque di contrapporre alcunché. Almeno nei programmi annunciati finora."

E certo, sig. Modugno, difficile contrapporre qualcosa a un film che non aveva ancora visto nessuno (e che a quanto pare, nessuno o quasi vedrà mai).

Il 23 ottobre proiettano il film a pochi intimi e Modugno pretende il debunking già 24 ore dopo?

Una perlotta, questa di Enzo Modugno, ennesimo illuso di questa grande bufala.

Altro che "rompere il muro del silenzio", l'unico rumore che si sente da questo film è uno sconsolato... Flop!

Caro amico ti scrivo...

"Cari amici di Luogocomune"...

Comincia così, con questa frase suadente, il post di Massimo Mazzucco che batte cassa su Luogocomune.

Vediamo assieme qualche passaggio del post e della discussione che ne è scaturita, in ordine sparso.

"... dopo quattro anni dedicati intensamente a costruire e portare avanti il sito, è giunto per me il momento di prendere una importante decisione: chiuderlo, oppure continuare come ho fatto fino ad oggi, ma a determinate condizioni, che passo a spiegare"

Uhm... quattro anni per creare fiducia e consenso, compreso uno stuolo di credenti che sono riusciti a bersi perfino la bufala di Mazzucco che intervista Osama Bin Laden!

L'aveva detto Mazzucco: "siete messi male" e forse è stata proprio la constatazione che su Luogocomune sono messi male, a spingerlo a sondare la possibilità di raggranellare un po' di quattrini.

Piuttosto che vedersi congelare il sito che dispensa loro la quotidiana dose di fantasia (altro che LSD) certamente saranno disposti a rompere il porcellino di creta e a tirar fuori i soldini!

"... per poter dedicare al sito il massimo del mio tempo ho scelto sin dall’inizio di smettere di lavorare. Fino ad oggi ho potuto permettermi questo piccolo lusso, ma da ora in poi diventa necessario che io possa contare anche su un certo contributo da parte del sito, per non essere obbligato a tornare al mio lavoro “regolare”..."

Che orrore dev'essere, l'idea di tornare a lavorare. Chissà come fanno quelli che ogni mattina vanno a zappare la terra, a raccogliere l'immondizia per strada, a spuntare uno stipendiuccio fra quattro pareti anonime. Vabbè... non cianno er sito con il Paypal loro... e nemmanco la villetta a Lossangeles... e pertanto devono schiattare.

Dunque, Mazzuco dice che i soldi gli servono proprio a lui, per campare. Oltre ai soldi per mandare avanti il sito, ha bisogno di quelli per mangiare, vestirsi e... che più? La vacanzetta in Florida? I biglietti del cinema? E certo, mica può starsene 24 ore al giorno davanti al PC, ecchecavolo.

"Per poter continuare, è necessario che una buona parte di voi ritenga di volersi impegnare ad offirire un contributo anche piccolo, ma regolare (es. mensile), per potervi fare un minimo di affidamento nel tempo."

Aho! E mica basta una donazione una tantum, giustamente... uno campa tutti i mesi, tutti i giorni, bisogna star tranquilli, i soldi devono arrivare con una certa regolarità, un certo affidamento. Ogni mese, accendi il PC, ti colleghi al paypalle e zacchete: i soldini belli belli, senza necessità di andare a fare un terribile lavoro "regolare".

"Chiunque vorrà contribuire lo farà perchè ritiene il nostro sito di una certa utilità per tutti, e dovrà accontentarsi di poter verificare che i suoi soldi siano stati conteggiati correttamente, ...
... e compaiano nel “bilancio”, invece di essere, ad esempio, intascati di nascosto dal sottoscritto"

No, scusate, che vuol dire 'sta cosa?

I soldi se li intasca comunque, ci deve campare, quindi se li intasca alla luce del sole, che senso avrebbe intascarseli di nascosto?

E' come a dire che uno va in banca, fa una rapina e poi rilascia la ricevuta al cassiere: "Sa, non vorrei che pensassero che me li intasco di nascosto"...

E quindi, a che servirebbe questo "bilancio" per conteggiare i versamenti? E che voci dovrebbe avere? Vediamo...
- Canone server Luogocomune, 300 dollari
- Barbiere, 40 dollari mancia compresa
- Spesa al supermercato, 80 dollari
- Occhiali da vista e metro pieghevole nuovo per le misure del buco al Pentagono, 800 dollari.

Ma scherziamo? Che razza di discorso è?

Infatti Mazzucco più avanti spiega meglio il concetto:

"...un paio di persone hanno chiesto chiarimenti sulla destinazione effettiva dei soldi: costi del sito, o frigorifero di Mazzucco?
In realtà non c’è differenza, in quanto se non mangio non posso dedicarmi a luogocomune. Ma non pretendo certo che siano gli utenti a pagarmi da vivere. La cifra “che mi serve” dipenderà quindi da quanto io riuscirò a guadagnare per conto mio..."

Quindi non c'è dubbio: i soldi servono non solo per il sito, ma anche per la dispensa di Mazzucco. Il quale però rassicura: dipende da quanto riuscirà a guadagnare per conto suo.

Cioè ZERO.
E mica lo diciamo noi, lo dice lui stesso più avanti:

"Il sito costa due o tre mila euro all’anno, ma perchè luogocomune sia – e rimanga - quello che è, io ci devo stare dietro 24 ore al giorno (e non bastano).
Quindi come mangio?...
Ma non ho nessuna intenzione di dedicarmi al sito “part-time”, perchè SO BENISSIMO che la cosa non sarebbe possibile: o lavoro con la testa da una parte, o lavoro con la testa dall'altra."

Più chiaro di così: si deve dedicare solo al sito, non può farsi distrarre da altro, per cui lavori "per conto suo" non ce ne saranno mai.
Conclusione: bisogna pagargli tutto, dal server alle mutande.

Però Mazzucco ci tiene a fare un'altra precisazione (inutile come quella dei "soldi intascati di nascosto"). Poco prima, infatti, aveva scritto:

"Sono però assolutamentre contrario al versamento obbligatorio, e non solo per un fatto di “chi può permetterselo” e “chi no”. Mentre l’informzione DEVE essere comunque a disposizione di tutti, io devo poter sapere che i versamenti che ricevo sono stati fatti in seguito ad un ragionamento preciso, e sono quindi frutto di una volontà spontanea."

Ora, che Mazzucco sia "contrario al versamento obbligatorio" e preferisca quelli "frutto di una volontà spontanea" è semplicemente ridicolo: come accidenti potrebbe mai obbligare una persona a pagarlo? Lo lega alla sedia e lo tortura facendogli vedere "Inganno Globale" senza pause?

Ma quanto costa questo accidenti di sito? E di quanto ha bisogno Mazzucco per "campare" ?

Vediamo cosa dice:

"Luogocomune gira su un server di primissima categoria, pronto anche ad accogliere mille utenti contemporaneanente sul sito. In termini di mercato, stiamo parlando di circa tremila dollari all’anno (duemila Euro ca.), compresa l’assistenza, che Dusty ci fornisce ben oltre lo stretto necessario. Ci sono poi delle spese telefoniche non indifferenti, visto che se vuoi parlare e tenere i contatti con certi personaggi non puoi ovviamente chiedergli di collegarsi su skype."

Eccolo qui. 3000 dollari all'anno. Come diavolo fa a spendere tutti quei soldi per un sito che non ha niente di più di un normalissimo sito da 100 dollari all'anno?
In fin dei conti ci sta un forum mezzo abbattuto, una sezione notizie che è né più e né meno di un blog, e qualche sezione di "approfondimenti".
Tutta roba che si può avere perfino gratis... addirittura a 3000 dollari l'anno?

Vabbè, può "accogliere mille utenti contemporaneamente"! Insomma, Mazzucco ha fatto le cose in grande, che volete?

E poi telefona, deve mantenere "i contatti con certi personaggi": mica lo intervisti così, uno come Osama Bin Laden...

Se poi il server è di primissima categoria, vuoi mettere un impianto telefonico adeguato? Ci vorrà qualcosa come un satellitare che può gestire mille contatti in audio-conferenza, come minimo.

Mica può usare Skype, dice giustamente, come fanno ormai tutte le più grandi multinazionali del mondo.

Con questa costosa tecnologia, come diavolo si spiega che quando appare in televisione, Mazzucco lo fa utilizzando una web-cam di qualità così pessima che nemmeno quelle da 9 dollari e 95 centesimi dai cinesi...?

Abbiamo visto, in ogni caso, che gli servono 3000 dollari all'anno per il sito. E per campare, invece?

"Se volete posso fare un esempio in cifre: diciamo che io abbia bisogno, per vivere, di 5.000 dollari al mese..."

Insomma, Mazzucco non si sbilancia, giustamente, e fa solo un esempio. Del resto, come si può stabilire quanto serve per campare? Di solito uno si arrangia con quello che guadagna, e non il contrario. Più si guadagna, meglio si campa.

Qualcuno azzarda cifre, pochi euro al mese, per migliaia di iscritti, si arriva a cifre dignitose, roba da qualche migliaio di euro al mese, che in dollari sono parecchi di più, visto il cambio.

Ma, guarda un po' il caso, entra nella discussione un certo Franki, uno che si è iscritto nel lontano dicembre del 2005, ma posta solo ora il suo primo messaggio:

"Darò un contributo a Massimo ed a Blondet. Ho letto qualche commento che auspicava si arrivasse a 10/15/20 mila euro.
Reputo tali somme DEL TUTTO insufficienti.

Conto che tutti quelli che leggano, TUTTI, versino quello che possono in coscienza, anche se fossero solo 5 euro e magari ne chiedono 4 di "spese bancarie". (in questo caso sarebbe preferibile cambiare banca).
L'ammontare della donazione è importante, ma non tanto quanto il numero delle donazioni stesse."

Accidenti. Questo tizio è stato in letargo due anni, scrive il suo primo messaggio, non saluta nessuno, non dice nulla del tipo "vi seguo da tanto ma solo ora vi scrivo", niente di niente.
Scrive solo per dire che 20.000 euro (al mese, immaginiamo, visto il contesto) sono "del tutto" insufficienti!

E certo, che ci vuoi fare con appena 20.000 euro al mese? Provate a chiederlo a un operaio della FIAT. Nemmeno le pantofole si compra.

Se poi calcoliamo le tasse... ah no... queste sono "donazioni", per cui, immaginiamo, esentasse.
L'operaio della FIAT deve pagarle le tasse, lui ha un lavoro "regolare" , queste invece sono donazioni. Avete mai visto un mendicante al semaforo lasciarvi la ricevuta fiscale?

Del resto, Mazzucco ci deve campare su questi soldi, deve comprare roba da mangiare, da vestirsi... in fin dei conti le tasse le pagherà, sotto forma di imposte sui beni che finiscono nelle tasche del Governo USA. Gli utenti di Luogocomune possono star tranquilli anche sotto questo aspetto: le tasse finiranno nelle mani di un alleato.

Bene, il quadretto è completo, tutto quello che c'è da fare è dare una mano, anzi mettere mano al portafogli e inviare le donazioni.

Vi invitiamo a farlo (se Luogocomune chiude, quelle migliaia di utenti simpaticissimi resteranno allo sbando, ed è capace che ve li ritroviate davanti alla porta) seguendo questo link:

Sottoscrivi una donazione mensile a Massimo Mazzucco.

In fin dei conti, potete pensare al fatto che i vostri soldi serviranno a far "campare" Mazzucco senza che sia costretto a fare il suo lavoro "regolare".

Potete pensare a cosa comprerà un regista così famoso proprio con i vostri soldi, immaginare come userà il bene acquistato!

Potete immaginare che con i vostri soldi si comprerà un chilo di banane, che sbuccerà e mangerà mentre è lì davanti al PC, assorto a misurare la crepa del Pentagono. Oppure potete immaginare che acquisterà un bel televisore al plasma, sul quale scorreranno le immagini del suo ultimo video. Altrimenti potete immaginare che comprerà una confezione da 12 rotoli di carta igienica, con la quale... vabbè basta così con gli esempi...


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lunedì 26 novembre 2007

Se questa è una donna... anzi due!

Bellissima Perla di Blondet, quella segnalataci da un nostro lettore.

Risale all'aprile di quest'anno, ma è troppo bella per lasciarla stare, e fa in tempo a partecipare alle votazioni del Perlone del 2007.

In questo articolo, Blondet se la prende con una donna di ferro, una vera megera, a sentir lui.

Vediamo cosa scrive:


Nel 2002, Salahuddin era stato visitato a Teheran da una giornalista, Ira Silverman, «producer investigativo» della televisione NBC News.
Il lavoro della Silverman, ebrea, era quello di scoprire storia difficili e inchieste scottanti.
Per capire il genere, è stata la Silverman a imbastire per la NBC la (falsa) storia dei tentativi di Saddam Hussein di farsi la bomba atomica; lei ha preparato le inchieste sullo scandalo BCCI, la banca controllata dalla CIA e coinvolta nell’Iran-contra, e così via.
Ha intervistato Salahuddin per il New Yorker, e per lo stesso periodico ha rintracciato e intervistato un latitante famigerato, «Fat Larry» Iorrizo, ricercato dagli USA per aver evaso centinaia di milioni di dollari di tasse sui carburanti.
Oggi lavora ad uno sceneggiato-verità, dal titolo «Intaglio» (in italiano nel testo), in cui racconta come astutissimi terroristi - naturalmente islamici - si finanzino stampando banconote false da 100 dollari, praticamente identiche alle autentiche.
In ciò, la Silverman ha collaborato con un ex agente dei servizi segreti, Steve Berthold.
E’ anche molto attiva nell’American Jewish congress.
Insomma, una donna-chiave nell’apparato di ricerca e disinformazione mediatica contiguo al Mossad.
Difatti, tornata da Teheran, la Silverman ha scritto per il New Yorker un ritratto a tutto tondo su Salahuddin, affermando che la sua cattura «sarebbe un trionfo per il diritto americano», ma aggiungendo che «dal punto di vista dell’intelligence» il latitante «è più utile se lasciato sul posto», perché ha accesso ai circoli dell’apparato iraniano e a quanto pare anche con gente che conta in Afghanistan.
Non stupirà sapere che la Silverman è stata una buona amica sia di Shoffler, sia di Robert Levinson.

Non c'è dubbio che Blondet debba conoscerla molto bene, questa donna terribile.

Produttrice per la NBC, intervistatrice di Salahuddin, attiva nell'American Jewish Congress.

Bene.

Un consiglio per i maschietti: se vi capita di incontrare Blondet, camminate spalle al muro.

Perché, vedete, Ira Silverman è un uomo.

Anzi due.

Infatti Ira Silverman è un produttore e giornalista della NBC (oggi "in pensione") ed è lui che ha intervistato Salahuddin.

Trovate tutto in questo articolo del Financial Times:

In 2002, Ira Silverman, a former NBC chief investigative producer, went to Tehran to meet Mr Salahuddin and wrote about him in the New Yorker magazine. He noted that his capture "would be a triumph for law enforcement ", but also argued that "from an intelligence perspective " he would be "more useful left in place " because of his access to the inner circles in Iran.

Mr Silverman was also a friend of Mr Levinson and Mr Shoffler. Acquaintances believe he introduced Mr Lev­in­son to the fugitive with a documen­tary in mind. Mr Silverman declined to be interviewed for this article.

A US official, who asked not to be named, said US authorities also suspected that Mr Levinson was on a media mission. He did not name Mr Silverman.


E in questo elenco di giornalisti:

Ira Silverman is a retired television producer who worked at NBC News serving as investigative producer for the "NBC Nightly News with Tom Brokaw" and a writer and producer of award-winning documentaries and special reports. He was the recipient of two Emmys, two Dupont-Columbia Awards, two Overseas Press Club awards, the Peabody, and the Polk.

E in questa presentazione di congressisti:

Ira Silverman
Senior Producer, NBC News; Peabody Award Recipient for his reporting on B.C.C.I.

Invece, Ira Silverman che Blondet nomina come attivista nell'American Jewish Congress, è un'altra persona, un omonimo, maschio pure lui. E' morto addirittura nel 1991, ed era vice-presidente dell'American Jewish Committee, come spiega questo articolo del New York Times:

Ira Silverman, a influential leader of major Jewish groups who was the executive vice president of the American Jewish Committee from 1988 until last July when illness forced him to resign, died yesterday at Roosevelt Hospital. He was 46 years old and lived in Princeton, N.J.

Perla davvero incredibile, che non abbisogna di ulteriori commenti.


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domenica 25 novembre 2007

Sigmatau e le bombe atomiche

Abbiamo già visto le belle Perle che ci ha gentilmente offerto Sigmatau nella sua "rigorosa analisi" delle ombre al World Trade Center.

Ma come è stato distrutto il World Trade Center?

Missili? Esplosivi? Composti incendiari come la termite? Raggi cosmici? Laser? E' stato Mandrake?

Troppo facile.

Sigmatau ha avuto un'illuminazione, una teoria "alternativa" alle teorie alternative, che più alternativa non si può: sono state usate piccole cariche nucleari!

La prova? Sigmatau ce lo spiega con dovizia di particolari: basta guardare le foto che ci mostra nel suo post:


Visto come si somigliano? Sopra da sinistra è raffigurata un'esplosione nucleare sotterranea, a destra il collasso di una delle Twin Tower.

Semplice, no?

Quindi, se prendete l'immagine di un cardoncello e quella di un fungo atomico... vedete come si somigliano?


Ecco, la prossima volta che nel giardino di casa vi spunta un fungo, chiamate subito l'esercito: qualcuno ha fatto un test nucleare sotto casa vostra.

Garantisce Sigmatau...


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Sigmatau e le ombre

Una delle new entry nel gregge di Luogocomune è Sigmatau, soggetto che si è dimostrato subito molto attivo e particolarmente dedito "alla causa".

Nelle ultime settimane, con una articolata serie di post, ha analizzato con il massimo "rigore scientifico" le ombre degli edifici del World Trade Center impresse sulle fotografie la mattina dell'11 settembre del 2001.

Sigmatau è un tipo che ama le cose complicate, e dubitiamo fortemente che siano in molti fra i suoi lettori che riescano a capirci qualcosa in frasi come questa:

"... diciamo che l’angolo formato del vettore disegnato in rosso e dall’asse orizzontale è pari a theta= atn 15/91=.163 rad. Tenendo in conto che il sole ruota con velocità pari a .26rad/h tale angolo corrisponde ad un intervallo temporale t_b=38 minuti. Da ciò consegue che la datazione ‘aggiornata’ del ‘Reperto B’ viene ad essere pari a…
t_0+t_b= 10.31+.38= 11.09 a.m."

Ovviamente a quelli che albergano su Luogocomune importa poco cosa significhino le formule di Sigmatau.
Quello che a loro interessa piuttosto è che il nuovo entrato si stia adoperando per dimostrare che le foto sono state falsificate.

Proprio così: secondo Sigmatau, buona parte delle fotografie che avete visto sinora sulla tragedia del World Trade Center sono false, artefatte, scattate a orari diversi rispetto a quelli dichiarati. I giornalisti di mezzo mondo vi hanno preso per i fondelli, insomma.

Dopo aver spaccato il... capello (e anche qualcos'altro...) con decine di post di questo genere, Sigmatau, calcolo su calcolo, individua precisamente il vero orario in cui sarebbero state scattate le foto e stabilisce quali sarebbero state falsificate.

Inutilmente alcuni lettori ed esperti gli fanno notare che i suoi ragionamenti non reggono e contengono macroscopici errori: Sigmatau va avanti per la sua strada, fedele ai suoi calcoli, tra il plauso e i complimenti di molti.

A un certo punto, però, come una doccia fredda piomba un messaggio di Ashoka, complottista di peso e solida colonna di Luogocomune, il quale fa notare che una delle foto che Sigmatau considera falsa sulla base dei propri calcoli, riprende una situazione simile a quella ripresa da un filmato.
Finché si tratta di falsificare una fotografia passi, ma un filmato ce ne corre!

La risposta di Sigmatau non si fa attendere... ed è raggelante:

"P.S. Riguardo al filmato segnalato da Ashoka devo purtroppo far notare la non adeguatezza delle mie conoscenze di tecniche fotografiche nonchè il mio scarso 'colpo d'occhio'. Sono sicuro che qualcuno più abile e più esperto di me sarà certo in grado di scovare il 'baco' esistente nel filmato..."

Ma come! Sigmatau non ci capisce nulla di tecniche fotografiche ma dichiara comunque che le foto sono false. E quando qualcuno gli fa notare che quelle immagini sono confermate dai video, risponde che in qualche modo anche i video sono contraffatti ed è certo che "qualcuno" (ma non lui ovviamente) scoprirà come!

Ma da quale circo è uscito questo soggetto?

Vabbè, dirà qualcuno, in fin dei conti le formule matematiche e fisiche non possono ingannare. Se una foto o un filmato, se diecimila foto e filmati sono in contraddizione con una formula matematica, è evidente che sono i primi ad essere contraffatti.

Sì, ma che formule sta usando Sigmatau per fare i suoi calcoli sulle ombre?

Ecco cosa dice Sigmatau:

"lo 'studio' si è valso di formule trigonometriche non esistenti in letteratura e ricavate dallo scrivente. Stabilire se esse sono o no 'esatte' è un compito che lascio volentieri ai matematici..."

Le formule se l'è inventate lui!!!
E non sa nemmeno se sono corrette!

Questo tipo, insomma, pretende di dirci che fotografie e filmati sono falsi, ma non sa spiegare come: sicuramente qualcuno dimostrerà dov'è il trucco. E lo dice sulla base di formule di sua invenzione, che non sa se sono esatte, ma anche qui qualcuno dimostrerà che lo sono.

Sigmatau, sai che diciamo noi? Che hai sfornato una marea di corbellerie.
E qualche psichiatra, forse, dirà come ci sei riuscito...


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venerdì 23 novembre 2007

Mazzucco ammette: l'intervista a Bin Laden è una bufala

Ci aveva provato, Massimo Mazzucco, a far passare per vera la sua intervista esclusiva a Osama Bin Laden.

"Cominci ad esempio a pubblicare da qualche parte questa mia intervista. Magari non succederà nulla, ma lei il suo dovere lo avrà fatto fino in fondo, e a quel punto starà agli altri decidere se prenderla o meno in considerazione".

Con queste parole Mazzucco ha voluto lasciare quel margine di dubbio sull'autenticità della sua intervista esclusiva al "vero" Osama Bin Laden, e del suo scoop: l'immagine ed i video del terrorista appartengono in realtà a un suo sconosciuto cugino.

In tanti hanno abboccato, laggiù su Luogocomune.

Noi di Perle Complottiste lo abbiamo sbufalato senza troppi complimenti, e abbiamo seguito l'evoluzione della vicenda passo per passo, riportando tutti i commenti beoti di chi si è bevuto l'intervista e ha acclamato allo scoop.

Come quel poverello, Blade1960, che ha scritto:

"CIUMBIAAAAAA !!!!che bel pezzo di giornalismo vero,mamma mia Massimo che bomba!! Complimenti !!!! Adesso voglio proprio vedere i vari debunker che cosa saranno capaci di inventarsi per cercare di smontare anche questa."

Blade... Blade... a 47 anni credi ancora a Babbo Natale Mazzucco e ti chiedi cosa potranno inventarsi i debunker?

A debunkerarsi ci pensa lo stesso Mazzucco, che alla fine ha dovuto ammettere:

"Se fra noi c’è qualcuno che può credere che io davvero abbia incontrato bin Laden, vuole dire che siamo messi molto male. Lo dico senza la minima offesa per coloro che se lo sono domandato, sia chiaro, ma il fatto che siano arrivati a pensarlo vuole dire che certi parametri di percezione sono completamente sballati..."

Capito, Blade e tutti gli altri? Siete messi molto male! Lo dice Mazzucco.

Altro che "bel pezzo di giornalismo", quello è un bel "pezzo di presa per i fondelli" al quale hanno abboccato buona parte degli utenti di Luogocomune, compresi i "pezzi grossi" come Paxtibi.

Qualche sito sul web aveva già ripreso l'intervista, e se non l'avessimo sbufalata come abbiamo fatto, tra qualche giorno sarebbe diventata una ennesima leggenda metropolitana.

E non è detto che non lo diventi comunque: qualche complottista starà già pensando: "Mazzucco ha dovuto ritrattare, è un segreto troppo grosso e la CIA potrebbe ucciderlo"...

La vicenda e tutti in link nel nostro post precedente.

giovedì 22 novembre 2007

Scie chimiche e perle

Il complottismo delle scie chimiche regala anch'esso tantissime Perle e non ci meravigliamo se anche in questo caso un bacino inesauribile è dato dal sito Luogocomune.

Tra i commenti alla notizia che l'argomento scie chimiche sarà trattato dalla trasmissione Rebus (il giornalismo italiano conferma i propri livelli qualitativi tutt'altro che esaltanti) ne riportiamo alcuni.

Desbouvet scrive:

"per ora vige l'omertà più odiosa... ci sono militari che sanno senz'altro qualcosa ma che negherebbero anche davanti a un fucile... ci sono amministratori locali e politici di varia fattura che qualcosa sanno ma che prima di parlare si butterebbero da un ponte..."

Questo signore pensa davvero che militari e persino amministratori e politici preferirebbero suicidarsi anziché confessare un segreto? Non gli sfiora per il cervello che - se non parla nessuno - è perché non c'è nessun accidenti di segreto?

Altro commento, questa volta di Linucs, che propone di torturare parlamentari e ambientalisti e trattarli come i terroristi:

"... sarebbe sufficiente continuare ad interrogare i parlamentari, utilizzando però metodi più spicci ed efficienti... Se è lecito farlo con i terroristi islamici cattivi, "che sono una minaccia", tantopiù sarà lecito farlo con politicanti assortiti, "ambientalisti" e feccia a corredo".

Vi rendete conto: questo soggetto propone di torturare gente che non sa niente di niente per fargli confessare un qualcosa che non esiste!!! E si permette di dire che gli altri sono "feccia". E lui allora cos'è?

E infine, il commento di Beat, che parla di

"un esperimento che gira su youtube che mostra una polvere capace di solidificare l'acqua e poi di farla ritornare liquida..."

C'è bisogno di una polverina misteriosa per fare questo? Il nostro frigorifero ci riesce benissimo e gli basta una presa elettrica. Dove vive questo Beat, in qualche tribù sperduta di aborigeni?

Mazzucco e il buon dio Osama Bin Laden

Colpo gobbo di Massimo Mazzucco, il regista complottista responsabile del sito Luogocomune, che tenta lo sprint a pochi giorni dalla chiusura delle votazioni per il Premio Perlone 2007, con questo articolo intitolato:
"Intervista a Osama Bin Laden".

Il prolifico Mazzucco era stato da noi messo un po' in sordina, nel presentare le ultime perle di queste settimane, perchè i suoi precedenti capolavori avevano già raccolto una impressionante quantità di voti che minacciavano di ipotecare con largo anticipo il risultato finale.

Allo scopo di lasciare spazio anche ad altri complottisti che aspirano giustamente al Premio Perlone, avevamo preferito pubblicare le perle di altri autori, ma questa non possiamo proprio ignorarla.

Dunque, in quest'opera d'arte (non sappiamo se ideata di notte dopo una cena troppo pesante) il regista immagina di intervistare Osama Bin Laden.

Cercheremo di trascrivere i passi essenziali per sintetizzare il contenuto del racconto, la versione integrale è sul sito Luogocomune e come sempre ne abbiamo estratta copia a futura memoria.
I grassetti sono nostri:

Intervista a Osama Bin Laden

L’appuntamento era in un bar del centro, alle 7 di sera. Un uomo vestito di chiaro, con un distintivo colorato all’occhiello, mi attendeva seduto su uno dei primi sgabelli, vicino all’ingresso...

- Lei vuole incontrare Ushama bin Ladin – disse rimarcando l’esatta pronuncia araba del nome - della famiglia saudita dallo stesso cognome, giusto?

- Certo, lui.

- Si accomodi allora - mi disse, invitandomi ad entare nella hall di un grande hotel davanti al quale stavamo passando in quel momento. Io rimasi stupito, ma a quel punto non dissi più nulla. L’uomo mi condusse lungo un paio di corridoi, fino ad un piccolo ascensore celato in un angolo poco visibile, che ci portò fino all’ultimo piano dell’albergo...

... mi trovai di fronte ad un uomo che chiaramente non era bin Laden. Più solido dello sceicco, e di statura chiaramente inferiore, avrà avuto una cinquantina di anni al massimo. Vestiva all’occidentale, aveva i capelli scuri e folti e portava dei baffetti sottili, senza la minima ombra di barba. Portava in paio di occhialini con montatura di tartaruga, e solo quando mi sorrise, stringendomi la mano, ebbi per un attimo la sensazione di rivedere un volto familiare...

- Ma... - esitai io - forse si tratta di un caso di omonimia, ma io cercavo...

- Che io sappia, esiste un solo Osama bin Laden – disse ricalcando l’esatta pronuncia usata dal personaggio che mi aveva condotto da lui - e quello sono sicuramente io. Glielo posso garantire.

... Fortuna volle che trovassi un servizio che parlava proprio di terrorismo, e che portava anche, inserita in un riquadro, una foto di bin Laden...

... L’uomo guardò l’immagine per un solo istante e poi disse:
- Ma questo è Khamir, mio cugino! Non mi dica che si va spacciando per me, adesso! ... Mi deve perdonare – disse – ma io vivo chiuso qui dentro da più di quindici anni, e non so assolutamente più nulla di quello che accade nel mondo esterno.


- Beh, diciamo che l’undici settembre di qualche anno fa, il 2001 per essere precisi, è accaduto un fatto molto importante, che da allora condiziona praticamente tutto quello che accade nel mondo...

- E cosa avrebbe fatto di così terribile il mio caro cugino?... se ho deciso di disinteressarmi delle cose del mondo non è perchè le sentissi estranee a me stesso, o mi risultassero in qualunque modo incomprensibili, ma per l’esatto contrario: arrivati ad un certo punto si scopre che le cose non è più necessario conoscerle, perchè già le sappiamo. Dentro di noi, sappiamo già tutto quello che serve sapere... qualunque cosa lei mi racconti, non potrà mai stupirmi più di tanto. ...

- Nemmeno se le dicessi che le Torri Gemelle di New York sono state abbattute? E che oggi non esistono più?...

- E perchè mai dovrei stupirmi, scusi? Anzi, da quel che ricordo erano due giganti costosissimi da mantenere, tecnicamente obsoleti, e inoltre con il loro perimetro bloccavano il traffico in tutta la punta Sud di Manhattan. Era ora che le togliessero di mezzo, casomai... Mi sembra pure che fossero piene di amianto, se non ricordo male, e nessuno voleva assumersi l’onere di farlo rimuovere, perchè costava troppo...

Esatto – ripresi io – Ma è il modo in cui le hanno tolte di mezzo, che forse lei non conosce. Vede, le Torri Gemelle sono state colpite da alcuni dirottatori arabi, che hanno sequestrato degli aerei per condurli a sbattere contro di loro....

- ... non mi interessa l’aspetto formale delle cose, il “come” è accaduto un certo evento. Quello che conta è “cosa” è accaduto, il risultato finale. Le Torri davano fastidio? Sì. Sono cadute? Sì. E ora non danno più fastidio. Il succo della faccenda è tutto lì... Non se ne abbia a male, caro amico. Come le ho detto, si tratta di meccanismi enormi, più grandi di qualunque essere umano, che si ripetono identici a se stessi nel corso della storia. Noi siamo solo i burattini occasionali, ma non c’è modo di cambiarne veramente il corso... sia più ottimista, su! Cominci ad esempio a pubblicare da qualche parte questa mia intervista. Magari non succederà nulla, ma lei il suo dovere lo avrà fatto fino in fondo, e a quel punto starà agli altri decidere se prenderla o meno in considerazione.

Devo confessare che quella sera, dopo aver ricomposto in qualche modo i miei pensieri, e dopo aver cacciato a fatica un montante senso di nausea, provai una strana sensazione di serenità. Durò solo un attimo, ma fu sufficiente a ridarmi la voglia di vivere e di sorridere ad ogni nuovo giorno che nasce sulla Terra.

Massimo Mazzucco

Dunque... da dove iniziamo?
Partiamo dalle Perle in senso stretto. Che motivo avrebbe mai la CIA o chi per essa, di cambiare il nome del terrorista che tutti conoscono per Osama Bin Laden?
Se il terrorista si chiama Khamir o Osama, che gliene frega alla CIA? Dal momento che hai deciso di appioppare a Khamir un attentato, e utilizzare l'immagine di Khamir, perchè mai dovresti affibbiargli il nome del cugino Osama? Giusto per complicarti la vita?

Osama Bin Laden ha 57 (cinquantasette) fratelli, l'ultima volta che li hanno contati, figurarsi quant'è grande la famiglia e quante centinaia di persone sarebbero in grado di riconoscere Khamir e dire che non è Osama!
Perchè mai la CIA dovrebbe fare una cavolata del genere?

Non si sa, la risposta va probabilmente cercata in ciò che ha mangiato o consumato il regista prima di scrivere questo pezzo.

Poi il regista parte di nuovo con la sua brillante ipotesi che le Twin Towers sarebbero state abbattute perchè costose da mantenere e ostacolo per il traffico... già in altra occasione il regista aveva espresso questa teoria (è scritta persino in un suo libro) ed è semplicemente da manicomio pensare che per risparmiare qualche milione di dollari necessario a ristrutturare un paio di edifici e a montare un paio di semafori in più (ammesso che siano vere queste storielle della manutenzione e del traffico: Mazzucco sa inventarsi qualsiasi cosa...) si preferisca dirottare quattro aerei, distruggere un intero quartiere, colpire il Pentagono, ammazzare 3000 persone e scatenare una guerra!

La prima volta che leggemmo questa teoria pensammo che fosse il risultato di un bicchiere di troppo. Adesso che la rileggiamo, riproposta dalla stessa persona, sappiamo che non è questione di qualche grappino.

E poi... cosa vuol insinuare il regista con quel: "Cominci ad esempio a pubblicare da qualche parte questa mia intervista..."

Vuol far credere a qualche beone del suo sito che lui o chi per lui ha davvero intervistato il vero Osama Bin Laden?

Su Luogocomune c'è più di qualcuno pronto a bersi una storia simile...

Cosa dite? Non esiste gente così beota?

Leggete i commenti all'articolo:

- Bigdaddy: Che colpaccio Massimo...ma chi è stato il tuo contatto ?
- Leonardo: Scusate se faccio una domanda ingenua: è vera 'sta cosa oppure è solo un bel racconto?
- Jeronimo: ECCEZIONALE SCOOP
- Cavaliere: Immagino già la faccia di Bin Laden (purtroppo immagino ancora quella del cugino) mentre dice questa frase... e mi scompiscio troppo!
- Idefix: scusate ma non ho ancora capito se lo scritto elogiabile di Massimo sia un'invenzione o si tratta di realtà allucinante.

Otto ore dopo la pubblicazione dell'articolo e dopo commenti come quelli sopra citati, ancora non è presente alcun avviso o spiegazione di Massimo Mazzucco né di altri appartenenti allo Staff di Luogocomune, che smentisca che l'intervista sia vera.

Ma oltre a questa serie di Perle (l'articolo ne contiene altre, perché si spinge su tutta una serie di fantasie oniriche sull'attentato a Sadat e sulle vicende di altri personaggi di Al-Qaeda) l'articolo consente di fare alcune considerazioni di profilo psicologico da non sottovalutare.

L'intero racconto presenta un Bin Laden sereno, tranquillo, saggio, pacifico, affabile... sembra che l'autore stia entrando al cospetto di un dio, par quasi di sentire il tepore del caminetto e il suono melodico degli angioletti.

Un Bin Laden che sa tutto, conosce tutto, vive isolato e irraggiungibile, proprio come un dio.
Per raggiungerlo bisogna salire... in questo misterioso albergo, con questo misterioso ascensore... fino "all'ultimo piano". Il più alto. In paradiso, insomma.

Non a caso sul sito Luogocomune campeggia questa scheda, con il volto di Osama Bin Laden trasformato in un'immagine mistica, sfumata nei colori della pace.

E rileggete come descrive il momento dell'incontro: "quando mi sorrise, stringendomi la mano, ebbi per un attimo la sensazione di rivedere un volto familiare".
Perchè familiare? Ha detto che era del tutto diverso dall'Osama presentato su tutti i giornali.
Cos'ha di familiare per Mazzucco? Anche qui sembra quasi di intuire il rimando a un volto divino, a una figura familiare e, potremmo dire, paterna.

Sarebbe interessante sentire cosa ne pensa uno psicologo... o uno psichiatra.

Abbiamo idea che questa Perla farà parlare molto di sé...

Aggiornamenti (seguiamo l'evolversi della Perla)


Altri commenti di chi si è bevuto l'articolo di Mazzucco:

- Desbouvet: "Oh, sono molto contento. Ha proprio ragione, Ushama. Non importa "come" sono avvenuti i fatti, ma "cosa" essi sono. Io è da tempo che non mi schiodo di lì".

- Blade1960: "CIUMBIAAAAAA !!!!che bel pezzo di giornalismo vero,mamma mia Massimo che bomba!! Complimenti !!!! Adesso voglio proprio vedere i vari debunker che cosa saranno capaci di inventarsi per cercare di smontare anche questa." [Questo è il più beota di tutti... Se ha 47 anni come dice il nick, c'è da mandare un messaggio di solidarietà alla famiglia...]

- OhmyGod: "...quando l'immaginazione rasenta la genialità ne vien fuori ciò che non ti aspetti mentre ciò che ci attende travalica quell'immaginazione che in se non ha nulla di geniale,il sapere ciò ci rende immuni da una creata realtà...." [Questo commento lo inseriamo perchè offriamo pizza e birra a chi riesce a scoprire che cosa ha fumato questo tizio]

- ZR: "io mi domando invece.........Come ha fatto a ricordarsi tutte le battute, sia domande che risposte?"

- Paxtibi: "Le fonti Mazzucco, le fonti!" [Anche Paxtibi ci casca e ironizza sul fatto che non ha senso chiedere "le fonti" a Mazzucco perchè la fonte in questo caso è lo stesso Mazzucco].

Ore 09:30, del 23 novembre, a oltre ventiquattro ore dalla pubblicazione ancora nessun chiarimento nè di Mazzucco nè dei suoi collaboratori...

Alle 10:31 del 23 novembre Mazzucco ammette: l'intervista è una storiella inventata.

Chissà come c'è rimasto male Blade1960...

La smentita di Mazzucco su questo nostro post.

Fran, neo complottista distratta

Si chiama Fran, neo-complottista di Luogocomune, l'autore di questa bella Perla:

"E che dire del famoso KSM che ha confessato tutto (sotto tortura)? Chiuso in un carcere segreto della CIA o Guantanamo?
Se era la MENTE organizzativa dell'11/9 perché non processarlo?
I nostri debunker il problema proprio non se lo pongono".

Certo che non se lo pongono: infatti KSM, alias di Khalid Sheikh Mohammed, non solo è stato chiuso in una prigione segreta della CIA, ma è stato poi rinchiuso a Guantanamo, ed è attualmente sottoposto a processo penale militare.

Povera Fran, ennesimo esempio di quella vacua imbecillità che porta i complottisti a parlare di cose di cui non sanno nulla e a sfornare Perle come questa...

Wells e il capo della polizia filippina

Ennesima Perla di Wells, che per il modo in cui le sforna sembra il fratello gemello di Stuarthwyman, già nostro affezionato fornitore.

In una sua replica a un commento su Undicisettembre scrive:

"Dopo questa affermazione, smentita da Mendoza, che è attualmente il capo della polizia filippina, da Johnson, da Lance, da Coll, dalla Cnn, dalla NBC ecc., investigatori e giornalisti dai quali potresti andare a scuola tutte le mattine, che hanno acquisito quel documento fisicamente, la discussione è chiusa sul serio".

Povero Wells, a scuola dovrà tornarci proprio lui.

Il capo della polizia filippina, infatti, si chiama Avelino I Razon Jr. (come mostra eloquentemente la didascalia della fotografia qui a sinistra), mentre il Mendoza a cui fa riferimento Wells è soltanto un ex-ufficiale della polizia filippina in pensione...

Wells e Stuarthwyman: scontro di perle

Un solo articolo, due complottisti all'attacco con visioni contrapposte.

E' quello che è successo su Undicisettembre, dove l'articolo Operazione Bojinka ha provocato la reazione di due conoscenze del nostro blog: il complottista Wells e il complottista Stuart (alias Stuarthwyman, alias Tont, alias SHM...).

L'articolo, in concreto, spiega che l'Operazione Bojinka (un progetto per far esplodere in volo una dozzina di aerei carichi di passeggeri, nel 1995-1996) costituì una tappa fondamentale nel percorso di terrore che portò all'11 settembre del 2001, ma non può essere considerata un vero e proprio preavviso - dal punto di vista delle modalità operative - di quanto sarebbe accaduto quella tragica mattina.

L'autore dell'articolo è stato sottoposto a una serie di incessanti attacchi da parte di Wells (ne abbiamo già parlato anche qui su Perle Complottiste) il quale da settimane cerca di sostenere che l'Operazione Bojinka conteneva piani operativi del tutto assimilabili a quelli posti in essere l'11 settembre del 2001, e pertanto va considerata un vero e proprio preavviso, colpevolmente o dolosamente ignorato dalle autorità americane.

Mentre Wells continua imperterrito a sostenere questa sua tesi (peraltro commettendo una perla dopo l'altra) rispunta fuori l'immancabile Stuart, che si butta anch'esso nella mischia attaccando l'autore dell'articolo... ma sulla base del presupposto contrario!

Secondo Stuart, infatti:

"Relativamente al post [si riferisce all'articolo su Undicisettembre], molto articolato e arricchito da links che rendono l’idea della storia dell’operazione “Bojinka”, l’intento dell’autore è quello di indurre il lettore a ritenere “Bojinka” un primordio della sua forma più evoluta, intravista, a suo dire, negli atti del 9/11.
Conscio del fatto che “Bojinka” vedesse uno scenario in cui 11 aerei dirottati fossero fatti esplodere in volo, l’operazione utilizza di fatto aerei come armi.
L’operazione “Bojinka” ha vistose similitudini con gli atti intrapresi quella mattina dell’11 settembre.
Ma l’operazione “Bojinka”, non è per nulla eguale allo scenario di quel giorno tragico."

Insomma, mentre Wells accusa gli autori di non considerare Bojinka un preavviso dell'11 settembre, Stuart accusa gli autori di considerare Bojinka un preavviso dell'11 settembre.

Due complottisti, Wells e Stuart, stesso modo di fare (attacchi a testa bassa in cui regalano una marea di perle commettendo madornali errori), stessa provenienza (Luogocomune, tanto per cambiare), ma contestazione diametralmente opposta!

Attenzione: i voti a questa Perla saranno assegnati sia a Wells che a Stuart.

martedì 20 novembre 2007

Ray Milano e il complottismo lunare

Anche il complottismo lunare regala grandi perle, e una ce la offre Ray Milano tra i commenti ad un blog di Paolo Attivissimo.

Leggiamo cosa scrive Ray Milano:

"... Parli proprio del filmato trasmesso anche da RAINEWS 24.
Quando lo abbiamo visto io e Jasmine siamo quasi morti dalle risate.
[...] Aprite un browser tipo firefox e tenete due schede aperte.
Nella prima ci sparate il video del l'alba, nell'altra scheda quello del tramonto (di modo da farli partire insieme).
[...] Provate a vedere i due filmati in contemporanea e vi accorgerete che la luna cambia di rotazione.


Per mostrare l'alba la luna ha una rotazione ORARIA, mentre mostrando il tramonto ha una rotazione ANTI-ORARIA.
Insomma, un filmato mandato avanti e indietro.
Paolino, Paolino...
Metti il filmato sul tuo blog invece della foto statica... che ti rinnovo la comicità del fatto... complotto o non complotto".

Accidenti che genio questo Ray Milano.

In due secondi, con un paio di finestre di Firefox, ha scoperto la "smoking gun", la prova che la NASA non è mai stata sulla Luna e le agenzie spaziali ci mentono.
Pensate, quasi 40 anni di teorie complottiste, ed ecco che Ray Milano arriva con la soluzione... un solo clip che mostra sia il tramonto che l'alba, tradito dal senso di rotazione della Luna!

Purtroppo per loro, Ray e Jasmine dovranno aspettare ancora un po' prima di essere acclamati come super-complottisti del secolo.

Infatti, come fanno notare gli altri commentatori nel blog, non solo i due filmati non sono uguali (i paesaggi sono diversi) ma il senso orario o antiorario della rotazione lunare dipende solo dalla posizione dell'osservatore.

E in questo caso, l'osservatore (ossia la telecamera) è montato su una sonda che ruota attorno alla Luna, la sonda giapponese Kaguya.

E' come se osservate le ruote di una bicicletta in movimento: secondo il lato in cui vi trovate, le vedrete ruotare in senso orario o antiorario.

E così, mentre Ray Milano e la sua Jasmine ridono davanti allo schermo del loro PC, noi ridiamo della loro Perla.

Si ringrazia Hanmar per la segnalazione della Perla.

lunedì 19 novembre 2007

Blondet e gli "zingari"

Ancora Maurizio Blondet con un articolo del 1° novembre 2007 dal titolo "La Casta ci fa ammazzare".

Uno stralcio:

Giuliano Amato, l'intelligentissimo, ha detto di temere soprattutto una cosa: che le tifoserie di Roma facciano spedizioni punitive contro i rom.
Dunque teme gli italiani, non i rom.

E' verso noi cittadini che esercita il sospetto e la prevenzione, non verso i delinquenti.
Siamo noi cittadini i sospetti razzisti, sospettabili per principio, non quei pidocchi umani che, abituati a succhiare il sangue del popolo rumeno, sono venuti a succhiare il nostro.
Ci chiediamo: se uno vuole sollevare i problemi dell'integrazione delle comunità rom nella nostra società, della profonda differenza di culture e della difficoltà a gestirne determinati profili, come quello dell'ordine pubblico e della sicurezza, è proprio necessario parlare di "pidocchi umani"?


Queste sono due immagini di altrettante bambine rom.

Le abbiamo scelte perché sorridono, e non è facile veder sorridere questi bambini, la cui unica colpa è quella di non essere nati in una accogliente famiglia occidentale.

Le abbiamo scelte perché non sono diverse da una qualsiasi bambina italiana.

Le abbiamo scelte perché questi occhi e questi sorrisi appartengono, secondo qualcuno, a "pidocchi umani".


Attenzione: se leggi questo post su un sito Web diverso da Perle Complottiste, è possibile che tu stia leggendo una riproduzione non autorizzata e i contenuti potrebbero differire da quelli originali.

Blondet su "negri", donne e camorristi

Articolo di Maurizio Blondet del 1° novembre 2007.

Titolo: "Sulla «inferiorità mentale» del negro e di altri..."

Alcuni stralci:

Un mio giovane amico ingegnere, di nessuna propensione al razzismo - anzi ha lavorato due anni nell'Africa occidentale, sia per fare esperienza di lavoro duro, sia per «dare una mano» allo sviluppo laggiù - mi ha raccontato sgomento il seguente episodio.
Un giorno, in ufficio, il suo impiegato negro, giovane computerista gli dice di aver spedito una email d'affari.
«Ah peccato!», esclama l'ingegnere, «volevo rivederla, non era completa».
«Nulla di male, l'ho appena mandata!», grida il negro, e si precipita a ….strizzare con le mani il cavo del computer, quasi potesse con ciò rallentare la mail.
Persino i missionari, in privato, raccontano episodi del genere.
Come minimo, bisogna ammettere che i negri (anche quelli americani) rivelano immense stupefacenti lacune nel «sapere moderno», effetto di migliaia d'anni di un processo di civilizzazione cui non hanno partecipato.


[...] Una cosa infatti accomuna (salvo eccezioni) negri, donne, camorristi e tifoserie: tutti sono bipedi fortemente «socializzati».
Il che non significa che siano socievoli.
Significa che traggono tutto il loro sistema di convinzioni, di credenze, e di «valori» non dalla propria testa, ma dal gruppo a cui aderiscono.
Come esseri pensanti, non vivono in proprio, ma sono vissuti dal gruppo sociale.
In Africa o in America, se il negro pare meno intelligente, è essenzialmente perché la società negra non valorizza l'intelligenza.
Valorizza altre cose: i complessi rapporti di parentele, di amicizia e di solidarietà tribale; il machismo, la potenza sessuale, il «manas» dei capi, i poteri magici degli stregoni.
Nella società camorrista, i «valori» che vengono «promossi» e approvati sono ben noti: e il disprezzo collettivo schiaccia chi mostri, poniamo, un qualche interesse allo studio.
Fra le donne, non è l'intelligenza che conta davvero.
Contano altre cose, dalla socialità vigente alla chiacchiera salottiera, fino alla maternità...

Nell'articolo Blondet sviluppa e spiega il concetto che vuole esprimere.

Più o meno suona (a nostro avviso) in questo modo: "se queste categorie di persone (negri, donne e camorristi) appaiono meno intelligenti, non è questione di natura, ma di cultura sociale".

Prendiamo atto del ragionamento di Blondet, ma a noi quest'articolo puzza e non piace per niente.

Magari ci sbagliamo: sarebbe curioso sapere cosa ne pensano i neri e le donne.
Se volete scriverci, pubblicheremo le vostre osservazioni.

A proposito... per noi i neri sono neri, non "negri".
Conosciamo i ragionamenti di chi sostiene che "negro" non è un termine offensivo ma crediamo che siano i neri a dover decidere cosa è offensivo e cosa non lo è, per loro.

I neri che conosciamo noi preferiscono essere chiamati neri, non "negri".


Attenzione: se leggi questo post su un sito Web diverso da Perle Complottiste, è possibile che tu stia leggendo una riproduzione non autorizzata e i contenuti potrebbero differire da quelli originali.

Blondet e Papa Wojtyla

L'articolo è datato (28 dicembre 2005), ma ci è stato segnalato da un lettore e si merita la menzione su Perle.

Il titolo: "Confermato: Wojtyla era ebreo".
Autore: Maurizio Blondet.

All'inizio dell'articolo: Allora era proprio vero: Giovanni Paolo II era ebreo".

Alla fine dell'articolo: "E' una questione su cui indagare a fondo, anziché proclamarlo «santo subito» senza accurata inchiesta".

domenica 18 novembre 2007

Il Lapsus di Mazzucco

In psicologia il "lapsus freudiano" è un errore apparentemente casuale che compiamo sull'impulso di un'istanza inconscia.

In questo suo articolo, che riguarda gli UFO, Mazzucco scrive:

"Certo che è curioso: per chi è abituato, come molti di noi, a propagandare una versione alternativa sull’11 settembre, diventa interessante trovarsi improvvisamente dall’altro lato della barricata, e cioè dalla parte di quelli che devono essere convinti. Ma se solo dovessimo dare alle testimonianze come quelle presentate ieri lo stesso credito che normalmente attribuiamo, ad esempio, ai testimoni delle esplosioni nelle fondamenta delle Torri Gemelle, prima dei crolli, dovremmo poter concludere con relativa serenità che gli UFO esistono, che molto probabilmente non vengono da questo pianeta, e che prima o poi dovremo tutti iniziare a pensare di fare i conti anche con loro".

Ma come, Mazzucco che parla sempre di "ricerca della verità", che dice sempre "io so cosa non è accaduto ma non posso dire cosa è accaduto", adesso ammette che la sua è solo "propaganda di una versione alternativa"?

Ha visto giusto, allora, chi ha sempre detto che l'unico interesse di Mazzucco e gli altri complottisti è quello di "propagandare".

E quale sarebbe la "versione alternativa" di Mazzucco? Non si sa. Mica ce n'è una sola.
Si va dai missili agli esplosivi ai piccoli aerei da caccia, dalle travi segate alla termite, da aerei abbattuti ad aerei scomparsi.... salvo poi dire: "Ah ma io non ho mica mai detto che è stato un missile!"

Lui non dice mai nulla, non ricerca nulla... lui propaganda e basta.

La sua frase va letta come: "propagandare qualsiasi versione alternativa". Non una, ma qualsiasi.

E l'importante, nella propaganda, è convincere.
E lo dice chiaro: dalla parte di quelli che devono essere convinti.

E lapsus dopo lapsus, dice che alla fine il credito che si dà a quelli che parlano di esplosioni strane nelle Twin Towers è lo stesso che si deve dare a chi dice di aver visto un UFO.

E certo, almeno in questo Mazzucco non può sfuggire alla sua stessa logica.

Quindi, conclude, gli UFO esistono (più avanti dice che potrebbero essere una creazione della "gentaglia" del Pentagono, ma per Mazzuco, si sa, è sempre tutta colpa del Pentagono e della CIA).

E pensare che poi Mazzucco si arrabbia se si paragonano le teorie cospirazioniste agli UFO e alle leggende metropolitane. Lo dice lui stesso che è la stessa cosa!

venerdì 16 novembre 2007

Quel maledetto errore

Nuova Perla del complottista Wells, che da tre settimane si accanisce nel tentativo di trovare un sia pur minimo errore negli articoli e nelle argomentazioni dei membri del team Undicisettembre.

Wells sembra aver preso il posto di Stuart/SHM/Tont (altro nick foriero di formidabili perle) nel tentativo di portare a termine questa missione disperata, e così il 2 novembre del 2007, con riferimento ad un articolo di Hammer, scrive questo commento:


"Mi domando che interesse avete a deformare la realtà in un modo così rozzo.
Cioè, mi domando, che senso ha sparare bufale di questa portata.
Il piano Bojinka era stranoto agli americani esattamente dal 1995, quando i terroristi furono presi dalla polizia filippina e confessarono tutto.
Prima e seconda parte del piano."

Il commento di Wells è incomprensibile, perché Hammer non aveva mai messo in dubbio la circostanza da lui richiamata, ma si stava riferendo ad altro.
Infatti l'articolo di Hammer analizzava la possibilità che l'Amministrazione americana avesse ignorato o sottovalutato elementi che lasciassero prevedere o immaginare quanto accaduto l'11 settembre 2001, e l'Operazione Bojinka non prevedeva il dirottamento suicida di aerei di linea carichi di passeggeri.

Dopo questo primo tonfo, Wells non demorde e porta il discorso su alcune indiscrezioni della polizia filippina, secondo cui uno dei terroristi implicato nell'operazione Bojinka aveva manifestato il desiderio di fare un dirottamento suicida, e quest'informazione era stata comunicata alle autorità americane.

Viene smentito nuovamente, con un articolo di John che dimostra che non c'è traccia che le autorità americane avessero ricevuto una simile informazione prima del 2003, quando fu catturato il terrorista Khalid Sheikh Mohamed, organizzatore degli attacchi dell'11 settembre 2001 e dell'Operazione Bojinka del 1995.

Dopo il secondo tonfo, Wells passa ad attaccare un articolo di Paolo Attivissimo, dedicato all'ultima (si spera) versione del film complottista Loose Change.

Per dimostrare che lui è un gran figone esperto di stampa straniera e gran conoscitore dei giornalisti internazionali, Wells scrive:

"James Taranto (l’autore dell’articolo del 2001) scrive per il WSJ (non “from elsewhere”), e scrive anche per l’eccellente «The American Spectator», giornale conservatore, che compravo quando ci scriveva Tom Wolfe."

Insomma, uno che legge il Wall Street Journal e conosce a fondo Tom Wolfe fa proprio tanto "figo", no?

Dopo questa sparata, Wells lancia il suo attacco ad Attivissimo, basandosi su alcuni scritti del "giornalista" Henry-Levy, e per accreditare quest'ultimo cita un altro giornalista:

"Varadarian cita Henry-Levy, che lavora by extrapolating vigorously from hard information gathered from the Pakistani police, Indian intelligence and his own painstaking research.
...gente come Henry-Levy, Varadarian.
Intellettuali di prima categoria, che non ci pensano due volte a dire: “It’s a fact”.


Ma John scopre che la frase attribuita da Wells a VARADARAJAN (e non Varadarian come lo chiama lui...) è ben diversa:

"Mr. Lévy is better described here as a forensic fabulist, who weaves his tale by extrapolating vigorously from hard information gathered from the Pakistani police, Indian intelligence and his own painstaking research. Sometimes his flights are so undisciplined as to be flights of fancy, in which he leaves the zone that might properly be called extrapolation and enters the sphere of pure imagination. This imparts to his book a lurid, haut-tabloid quality."

Altro che parlar bene di Henry-Levy! Varadarajan sta dicendo che è uno che va voli pindarici con la fantasia, un romanziere, ed il suo libro è al pari di una pubblicazione scandalistica!

Ma come! Il figo Wells, che conosce giornalisti internazionali e legge la stampa estera, poi prende una cantonata del genere?

Scoperto il bluff e dopo il terzo tonfo consecutivo, Wells annaspa di qua e di là e poi tenta di uscirsene in qualche modo, facendo taglia e copia ad alcuni commenti di John:

"* Il memo che riporti è senza firma, senza timbri e non reca indicazioni di chi l'avrebbe redatto. Inoltre alla fine fa capire chiaramente che non è redatto da americani. Sono fogli che potrebbe aver scritto chiunque...

* Nemmeno negli atti della polizia filippina risulta questa storia

* le quattro righe stanno in un memo della polizia filippina"

Citando queste tre frasi, scritte da John in commenti diversi, Wells vuol far intendere che John avrebbe prima detto che il memo non è della polizia filippina, e poi che il memo è della polizia filippina.

E dopo aver lanciato quest'ennesimo attacco, conclude:

"La discussione è chiusa."

Ma come? Tre settimane di accanimento, e poi Wells si accontenta di aver trovato quella che lui ritiene una contraddizione nei commenti (nemmeno negli articoli) di John?

Che risultato misero misero... devono essere proprio "tosti" questi di Undicisettembre, se un ricercatore con i controfiocchi come Wells, dopo tre settimane di attacchi, si ritira con una cosa così insignificante.

Eppure... Wells ha tonfato di nuovo!

Infatti non c'è alcuna contraddizione in quello che aveva scritto John, con i commenti collocati nel contesto esatto.

Nella frase:

"* Il memo che riporti è senza firma, senza timbri e non reca indicazioni di chi l'avrebbe redatto. Inoltre alla fine fa capire chiaramente che non è redatto da americani. Sono fogli che potrebbe aver scritto chiunque..."

John sta facendo notare che mancano firme, timbri e indicazioni valide per identificare il redattore del memo. Ed effettivamente è così.

In quest'altra:

"* Nemmeno negli atti della polizia filippina risulta questa storia"

John sta parlando di atti, non di memo.
Ossia di atti ufficiali, interrogatori, verbali e non certo appunti anonimi.
Ma Wells fa finta di non capire la distinzione (e a questo punto pensiamo che non l'abbia capita davvero)!

E infine in questa:

"* le quattro righe stanno in un memo della polizia filippina"

John conferma il fatto che le "quattro righe" di cui si parla stanno in un "memo", non in un "atto".

In conclusione, non una Perla, ma una vera e propria catena di Perle quelle regalateci da Wells.